
Elezioni regionali, se in Emilia Romagna il Pd sceglie la data del voto che conviene…al Pd

11 Settembre 2019
Che le elezioni regionali in Emilia Romagna siano un banco di prova fondamentale per testare la credibilità del Pd, post alleanza 5 Stelle, è evidente a tutti e la strategia del presidente uscente Dem Stefano Bonaccini lo dimostra in modo plateale.
Bonaccini da mesi sta cercando di scrutare la palla di vetro per capire quando stabilire la data del voto. Tecnicamente la data deve essere fissata, come prevede la legge, dal presidente, d’intesa con la Corte d’appello, in una finestra che va dall’ultima domenica di ottobre all’ultima di gennaio. Due mesi che, in una competizione per la prima volta incerta, come dimostra l’esito favorevole al Carroccio emiliano delle recenti Europee, per il Pd, potrebbero essere decisivi. Ed ecco allora che Bonaccini, sempre più concentrato su una campagna elettorale personale, in queste settimane ha repentinamente cambiato idea sulla data: col Governo gialloverde il governatore Pd puntava a votare il più tardi possibile, a fine gennaio, sperando che la manovra finanziaria nazionale giocasse a sfavore della Lega, ora col governo giallorosso la convenienza impone a Bonaccini di votare il prima possibile, per evitare lo stesso effetto negativo.
Insomma, un gioco a tavolino che davvero poco ha a che fare con il famoso ‘interesse dei cittadini’. Due mesi fa aprire le urne gennaio (due mesi dopo la data delle precedenti consultazioni 2014) veniva giustificato con il desiderio di evitare l’esercizio provvisorio, rischio che la narrazione Pd palesava come terribile per la macchina regionale, ora l’esercizio provvisorio ovviamente non è più un problema. Il problema vero ora per Bonaccini è indire al più presto le elezioni sperando di anticipare gli inevitabili passi falsi del Pd di Governo e cercare parallelamente di convincere i restii 5 Stelle emiliano romagnoli a siglare una sorta di patto di desistenza sulla scia della intesa romana. Un patto che ha ovviamente, come unico collante, l’anti-salvinismo.