Elezioni Romania: Basescu e Geoana al ballottaggio

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Elezioni Romania: Basescu e Geoana al ballottaggio

23 Novembre 2009

Ci vogliono ancora due settimane perché la Romania abbia il suo nuovo Presidente: il ballottaggio è già stato fissato per il 6 dicembre. Al voto sono stati chiamati 18 milioni di romeni.

I nuovi risultati parziali resi noti oggi dall’Ufficio elettorale centrale sulle presidenziali di ieri in Romania, relativi al 74,14% dei voti scrutinati, confermano al primo posto, con il 32,84% dei consensi, il capo dello stato in carica Traian Basescu, che corre per un secondo mandato, col sostegno del Partito democratico-liberale. Secondo, con il 29,82%, è arrivato il leader socialdemocratico e presidente del Senato Mircea Geoana. Fra i due si andrà quindi a un ballottaggio il 6 dicembre prossimo.

Conquista il  terzo posto Crin Antonescu, appartenente al PNL – Partito Nazionale Liberale – con il 21.52% seguito con enorme distacco da Corneliu Vadim Tudor Prm, Partito Romania Mare, con il 4.22%.

La sfida è importante. Sul tavolo dei candidati si gioca una partita che ruota attorno al futuro del Paese: la ripresa dell’economia, la riforma della giustizia e la soluzione della crisi di governo che ha finora ritardato gli aiuti da parte del Fondo Monetario Internazionale. Al futuro presidente spetterà il compito di fare riforme e ridisegnare gli equilibri politici. In altre parole, dovrà sostituire la coalizione uscente di centrosinistra caduta a ottobre su una polemica internazionale.

Senza una rapida trasformazione la Romania potrebbe infatti non riuscire ad agganciare la ripresa.

Ancora qualche dato: l’affluenza è stata del 54,09% e del 50,61% al referendum sul passaggio al Parlamento unicamerale e la riduzione del numero di parlamentari da 471 a 300, convocato da Basescu in parallelo alle elezioni. Lo spoglio del 69,71% delle schede indica che il 77,39% dei romeni si è pronunciato per un parlamento unicamerale e l’88,87% per la riduzione del numero dei deputati e senatori. Il referendum mette in discussione, per la prima volta dal crollo del comunismo, la riforma del Parlamento.