Elezioni Russia: Putin stravincerà grazie ai servizi segreti
02 Dicembre 2007
di redazione
I quasi 108 milioni di cittadini russi chiamati a votare per eleggere il rinnovo della Duma (Parlamento) hanno toccato con mano cosa Putin volesse dire quando, la scorsa settimana proclamò che le elezioni sarebbero state “oneste e trasparenti”.
In realtà con circa 450.000 poliziotti agli ordini dei servizi segreti che controllano il regolare svolgimento del voto, con l’arresto degli oppositori politici e il divieto di manifestare contro il governo, l’unica cosa che sembra si possa scegliere è l’entità della vittoria di Putin: schiacciante o con largo margine?
Le elezioni arrivano al termine di una stagione politica mai così anti-occidentale in cui Putin si è dato da fare per prendere le parti ora ad Ahmadinejad, ora a Chavez, nel nome di una politica sempre e comunque contro la democrazia. L’arresto dei militanti del partito di Kasparov, “Altra Russia”, avvenuto la scorsa settimana, avrebbe dovuto far drizzare le antenne, ora non resta che constatare la più completa assenza di una qualsivoglia forma di democrazia nello svolgimento delle elezioni.
Il nome degli altri partiti è bandito dai mezzi di comunicazione, non si può far altro che parteggiare per la formazione Russia Unita, il partito del Presidente che, se dovesse portare a casa la vittoria annunciata (si parla di un possibile 60% dei voti a suo favore) potrebbe anche mettere le mani sulla costituzione e farsi una legge ad hoc, in modo da poter essere ri-eletto per la terza volta.
Anche la nuova legge elettorale, con lo sbarramento al 7% se si vuole ottenere un seggio in parlamento, è stata creata apposta per impedire alle formazioni meno solide di “rubare” voti al Partito del Presidente. Non c’è da meravigliarsi del fatto che Garry Kasparov abbia parlato di elezioni “farsa” e che Andrei Illarionov, ex-consigliere di Putin, che ora lavora al Cato institute, abbia detto che nel voto di domenica: “non si riscontra nessuno dei criteri di elezioni libere, giuste e democratiche. In effetti queste non nemmeno elezioni”.
Tornando alla presenza dei servizi segreti nelle aule elettorali, fonti ufficiali hanno dichiarato che si tratta soltanto di una misura tesa ad evitare incidenti, ma l’unico giornale russo che si possa considerare ancora libero, il Kommersant , ha insinuato il dubbio che forse i poliziotti stanno vigilando invece sulla fedeltà dei cittadini al potere prestabilito.
La cosa forse ancora più drammatica è che dietro al partito di Putin ci sono…i comunisti di Ghennadi Zjuganov.