Elon Musk, l’Occidente ha paura della libertà mentre Putin fa la guerra
19 Aprile 2022
Dopo aver acquisito una quota di Twitter, Elon Musk, sostenitore della libertà assoluta, ha deciso di fare un’offerta difficilmente declinabile dal CDA per comprare il social network. Dopo Tesla e SpaceX, ma anche altre importanti realtà americane, il miliardario ha deciso di competere in uno dei settori più controversi e all’avanguardia. Non a caso la scelta è ricaduta su uno dei social più contendibili, ma anche su quello che ha più bisogno di innovazione per essere integrato nel metaverso verso cui tutti stanno andando.
Elon Musk è un libertario, di quelli duri e puri, per questo la mentalità europea lo classifica come membro di una setta di pezzi. Anarco-individualisti che sono di ostacolo allo stato come garante della giustizia sociale e della redistribuzione economica. Cittadini armati, propalatori di notizie false, capitalisti sfrenati. Inutile dire che non è proprio così.
In realtà, negli Stati Uniti il libertarismo è parte integrante della storia delle istituzioni e di tutte le culture politiche, non solo quella repubblicana. Le semplificazioni del nostro continente, in cui la libertà non è un valore assoluto per nessuno, non possono delegittimare Elon Musk solo perché è libertario.
In queste ore viene agitato lo spauracchio per eccellenza: “che ne sarà di Trump, bloccato su Twitter dell’assalto a Capitol Hill? E le fake news come saranno gestite? Sarebbe il far west dei social network?” Il metro dell’opportunità del tentativo di acquisizione è quanto Musk sia di destra e di quanto la destra sia pericolosa. Dimenticando che “destra” può significare mille cose e che la “destra” europea è culturalmente diversa da quella americana.
La verità è Musk è stanco della deriva politicamente corretta che i social network stanno prendendo, anche sotto la pressione dei legislatori europei e di alcuni dem americani. Le policy sempre più restrittive sono fastidiose, quando non inutili. Basti pensare al ban immediato sui social di Meta causato dalla pubblicazione di quadri con dei nudi. Oppure al divieto di utilizzo della parola “frocio” in qualsiasi contesto, ma anche la sigla della discoteca gay più importante di Roma, il Muccassassina, dice ironicamente “le frocie son tornate”. È così deprecabile proporre un modello diverso da quello di tutti gli altri social?
Al di là delle contraddizioni, che si trovano a frotte quando si parla di politicamente corretto, se Musk vuole comprare Twitter e il CDA accetta la sua offerta, è bene che lo compri. Nessuno può e deve impedirglielo, tantomeno in nome delle sue idee. Anche il solo parlarne è sintomatico della concezione di libertà che aleggia in certi ambienti. Così, mentre il regime dittatoriale di Putin bombarda una democrazia, l’Occidente si domanda di quanta libertà può avere paura.