Eluana. Sacconi: “Struttura non abilitata”. Il Vaticano: “La uccidono”

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Eluana. Sacconi: “Struttura non abilitata”. Il Vaticano: “La uccidono”

04 Febbraio 2009

Eluana ha trascorso la sua prima notte nella Clinica di Udine dove verrà alimentata per altri due giorni e poi le verrà staccato il sondino e resterà in attesa che sopraggiunga la morte in un’agonia che durerà presumibilmente un paio di settimane.

"C’è una sentenza che autorizza la sospensione della nutrizione e idratazione artificiale in un caso specifico, quello cioè di Eluana Englaro, e che però non risolve il problema dell’abilitazione delle nostre strutture nelle quali ciò può essere realizzato". A sottolineare questo aspetto è il ministro del Welfare Maurizio Sacconi intervistato da Bruno Vespa per la trasmissione televisiva Porta a Porta e che andrà in onda questa sera. "Stiamo valutando – ha detto Sacconi – tutti i profili formali e stiamo dialogando con la regione Friuli Venezia Giulia cui abbiamo posto altri quesiti".

Secondo il ministro "si sta tentando di condurre Eluana a morte in un ambito esterno ai servizi socio sanitari; ma – ha rilevato – sorgono una serie di problemi formali" perché "tutto il nostro sistema, ed anche i compiti della casa di cura La Quiete, sono rivolti alla vita e non alla morte. Quindi si evidenzia una contraddizione. Si tratta di verificare – chiude il ministro – ora gli atti formali che sono effettivamente possibili, ma resta confermato il divieto di stop dell’idratazione e della nutrizione nel servizio sanitario nazionale".

"È inconcepibile pensare di uccidere una persona in questo modo": denuncia il Vaticano e lo fa per voce del presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, Javier Lozano Barragan. "Quando sta accadendo – ha aggiunto il cardinale – è un atto di antiumanesimo".

Barragan non ha dubbi: "C’è solo una circostanza in cui alimentazione e idratazione possono essere sospesi, ed è quando non servano ormai più a nulla. In punto di morte e in presenza di gravi sofferenze può essere un sollievo, ma – ha ribadito – non è questo il caso di Eluana. Spero che le persone che l’hanno in carico – ha concluso – riflettano sulla dignità della persona e il valore della vita. Se hanno una coscienza cristiana, sappiano che toglierle l’alimentazione è contro la morale cristiana; ma anche per la legge morale naturale la vita è un sostantivo e non un aggettivo".

I vescovi italiani restano sulle loro posizioni e non si stancano di ripetere che togliere l’idratazione e l’alimentazione ad Eluana è, "al di là delle intenzioni, eutanasia" e rivolgono a Eluana tutte le loro preghiere. Pur non condividendo, dimostrano di capire anche le motivazioni che hanno spinto la Famiglia Englaro e una tale decisione e dimostrano loro tutta la loro vicinanza perché "così duramente provata" dal dolore che li accompagna da anni.