Emailgate: Podesta aveva messo in guardia la Clinton

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Emailgate: Podesta aveva messo in guardia la Clinton

03 Novembre 2016

È stato rilasciato un altro gruppo di email dagli hacker di Wikileaks, concernenti l’uso, e l’abuso, del posizione di Segretario di Stato della Clinton. Ed ormai ci troviamo al di là del bene e del male. Parola di John Podesta, figura centrale della campagna democratica, il cui account è stato violato e da cui sono state prelevate queste email, consigliere di fiducia della Clinton, allora come oggi.

L’argomento ricorrente pare essere unico stavolta. La Clinton non riesce a trattenersi dal parlare di informazioni riservate. E, in seconda battuta, non pare capace di renderci conto della pericolosità di certi atteggiamenti. Alla prima categoria appartengono due conversazioni, una sull’Iraq ed una sulla Libia (chiedendo al consigliere se avesse idea di chi fossero i guerriglieri che hanno attaccato gli Islamisti in Libia, essendoci spazio per futuri usi). Quest’ultima catena di mail è particolarmente significativa, perché Podesta stesso le fa notare che, per quanto assolutamente rilevanti ed interessanti le cose possano essere, no, i server di Gmail non sono il posto giusto dove parlarne.

Questa era una preoccupazione anche del team di transizione della Casa Bianca, che continuava ad insistere sulla sicurezza informatica e la protezione dei dati elettronici. Inascoltati, evidentemente ed a posteriori. Il fatto è che, man mano che questa storia procede, l’impressione è che Hillary Clinton non abbia mai, completamente, davanti a sé la gravità dei suoi atti. Non ha la percezione del rischio, l’autocontrollo e la riservatezza che ci si aspetterebbe da una politica navigata come lei. Appare, piuttosto, impulsiva, negligente, disinteressata. Tutti aspetti incompatibili con un profilo presidenziale.