Emergenza profughi, la tendopoli di Campochiaro sarà smantellata
19 Aprile 2011
Dopo alcuni giorni in cui gli immigrati sono stati ospitati nelle strutture messe a disposizione dalla Prefettura di Campobasso, dimostrando l’efficienza della macchina organizzativa molisana nella gestione dell’emergenza migratoria, la tendopoli di Campochiaro sarà smantellata. Il tutto avverrà in tempi rapidissimi, addirittura nel giro di un paio di giorni. A tal proposito, sono arrivate precise garanzie da parte delle autorità. Lo ha comunicato, in particolare, il prefetto vicario di Campobasso, che ha fatto il punto sulla gestione dell’emergenza migranti e per il quale “gli impegni presi con il governo sono stati rispettati e il caso è stato affrontato con prontezza e professionalità”.
I duecento tunisini accolti dalla Regione, dunque, saranno liberi e con il permesso di soggiorno temporaneo in mano potranno muoversi legalmente, per lo meno in Italia. Chi si aspettava disagi, disordini, proteste, è stato smentito. Così come sono stati smentiti coloro che i primi giorni hanno cercato di strumentalizzare l’arrivo degli immigrati. In Molise ci hanno provato solo una volta con una manifestazione “di solidarietà” a pochi passi dalla tendopoli, ma poi hanno rinunciato ad altre iniziative simili, limitandosi all’uso (molto più comodo) dell’esprimere il dissenso attraverso il classici comunicati stampa. Chi voleva far passare la tendopoli di Campochiaro per un lager, insomma, si è dovuto ricredere nei fatti. Sebbene il campo sia stato circondato da una rete protettiva, i duecento profughi hanno vissuto ogni giorno a stretto contatto con i volontari, tra cui medici, mediatori culturali, interpreti e assistenti sociali. L’assistenza sanitaria è stata garantita 24 ore su 24. Tutti hanno avuto vestiti nuovi e pasti regolari. Forse i disagi maggiori li hanno dovuti sopportare le forze dell’ordine, con turni massacranti e ore in piedi sotto il sole per garantire la sicurezza degli ospiti della tendopoli e del personale presente. Tranne il tentativo di fuga di una quindicina di tunisini all’arrivo (subito ripresi), in questi giorni di permanenza nella tendopoli non si sono registrati incidenti. Il numero ridotto di immigrati ha senza dubbio agevolato la gestione dell’emergenza, ma vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine hanno lavorato per giorni senza sosta pur di assicurare una permanenza dignitosa ai migranti nel rispetto dell’ordine pubblico.
Positivo anche il bilancio della polizia, che fin dal loro arrivo ha avviato le indagini interne al campo e incastrato due scafisti, quelli che avevano caricato i tunisini su un barcone fino a Lampedusa. Il loro arresto è stato convalidato e altri due tunisini sono stati portati in carcere nelle ultime ore perchè già ricercati per reati precedenti. Il resto sono giovani pieni di speranze e istruiti. Abbiamo ascoltato in prima persona le parole di ringraziamento per come l’Italia ha accolto questi profughi. Una frase in particolare ci è rimasta impressa, quella di un ragazzo tunisino di 24 anni. Si chiama Karak e come tanti ha lasciato la sua terra in cerca di fortuna all’estero. Ha visto la morte in faccia, ci ha raccontato. Lui è fuggito per ottenere “una vita migliore”. Ha frequentato l’università e parla arabo, francese e qualche parola d’Italiano. Quando ci siamo avvicinati, ci ha sorriso e ci ha detto “grazie, solo l’Italia ci ha aiutato, la storia si ricorderà di quello che ha fatto per noi il vostro paese”. Non sono parole di circostanza. Karak le ha pronunciate con le lacrime agli occhi. Lui è uno di quelli che ha ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo.
Queste persone sono state accolte nel miglior modo possibile, soprattutto tenendo conto del fatto che il governo ha dovuto agire da solo nella gestione dell’emergenza, chiuso al centro tra due fronti: quello dei migliaia di sbarchi da un lato e quello dell’indifferenza europea unita all’egoismo franco-tedesco dall’altro. In Molise, molti di questi profughi saranno accolti a braccia aperte anche al di fuori della tendopoli. Ci sono strutture come la Caritas che si sono già attivate, insieme ai sindaci della zona, per offrire assistenza e un tetto. Dalla prossima settimana, almeno qui, l’emergenza profughi sarà conclusa e tutti i soggetti istituzionali che hanno collaborato alla sua gestione, potranno tornare a casa con un merito in più.