Emergenze a confronto: perché Abruzzo e Umbria sono agli antipodi
26 Marzo 2010
"I container in Umbria sono almeno una trentina, e qui ci vivono almeno nove famiglie". E’ la denuncia di Valentina Armillei, presidente del comitato Pro Giove, nato "per tutelare e difendere i diritti di cittadinanza della frazione di Giove", comune di Valtopina, provincia di Perugia. Questo piccolo paese, come molti altri nella zona, nel 1997 ha subito i danni del terremoto. Danni ingenti che lo hanno quasi raso al suolo. A distanza di tredici anni, buona parte della gente che è rimasta lì, vive ancora nelle stesse abitazioni che dovevano essere provvisorie.
La protesta del comitato che negli ultimi dieci anni è finita più volte sui giornali e nei programmi tv, torna ora alla ribalta delle cronache. A sollevare il caso è stata l’iniziativa del Pdl abruzzese che ha diffuso cartoline in cui viene messa a confronto la situazione post-terremonto in Abruzzo e quella in Umbria: nel primo caso, con il fermo immagine su edifici antisismici costruiti a tempo di record già consegnati ai terremotati e le case "precarie" di chi il terremoto lo ha patito a pochi chilometri di distanza, in un’altra regione. Obiettivo: evidenziare due modelli di gestione dell’emergenza e della ricostruzione, il primo con il governo Berlusconi, il secondo ai tempi di Prodi.
L’iniziativa non è piaciuta alla giunta regionale guidata dal governatore uscente del Pd Maria Rita Lorenzetti, pronta a trascinare il Pdl abruzzese davanti a un giudice per "falso e danno di immagine alla Regione Umbria" e a destinare alle popolazioni dell’Abruzzo "l’eventuale risarcimento danni che dovesse essere riconosciuto". Il nodo della controversia sta sulla foto riprodotta nelle cartoline che, a detta della giunta Lorenzetti, "è vecchia di oltre dieci anni. E comunque è indegno speculare sulle tragedie e sul dolore. E ancor più indegno è farlo ricorrendo a volgari bugie". Peccato che a testimoniare "l’attualità" vi siano le foto "aggiornate" pubblicate su Facebook dal comitato Pro-Giove. Immagini "fresche", spiega la presidente Armillei, dalle quali si evince che la situazione per alcune famiglie in tutti questi anni non è cambiata granché. "Noi non abbiamo scritto che in quella fotografia ci sono oggi le famiglie umbre – spiega Massimo Verrecchia, coordinatore provinciale del Pdl abruzzese – ma abbiamo semplicemente raffigurato dei container per far capire come secondo noi è stata gestita l’emergenza terremoto in Umbria. Dal momento che sappiamo che in alcune zone ci sono ancora container dove vivono alcune famiglie, abbiamo deciso di farlo sapere alla gente usando un’immagine che lo facesse comprendere efficacemente. Ma lo abbiamo fatto perché la giunta di centrosinistra ha più volte detto che le famiglie umbre sono tutte rientrate nelle loro case".
La conferma arriva anche da Fiammetta Modena che l’Umbria la conosce bene e da anni si batte in consiglio regionale guidando il gruppo del Pdl per risolvere la questione. Ora, da candidata alla presidenza della Regione, promette che in caso di vittoria, "non sarà perso altro tempo prezioso e quelle famiglie avranno una casa dignitosa". Il senso della sua battaglia politica lo sintetizza così: "Sono tredici anni che stiamo cercando di far emergere i problemi della ricostruzione nella nostra regione che sembravano dimenticati. Bisogna dire che finalmente, grazie al modello di ricostruzione operato dal governo in Abruzzo, i nostri problemi sono tornati ad essere d’attualità. I container ci sono e ci vivono molte famiglie. Il caso più eclatante è quello del comune di Valtopina. E’ la Regione che doveva occuparsi di sistemare quelle famiglie in alloggi più consoni e noi è da molto tempo che cerchiamo di puntare i riflettori su questa grave situazione".
Dalla parte delle famiglie della piccola frazione umbra si schiera anche Antonio Del Corvo, candidato alla presidenza della Provincia dell’Aquila. "La foto della cartolina, è vero, non sarà attuale, ma la testimonianza di un modo di operare di fronte a calamità naturali gravi come un terremoto, rimane. Si sta parlando di un governo, quello attuale, che è riuscito ad assicurare subito una casa dignitosa alle migliaia di sfollati e che oggi possono ricominciare a vivere e a ricostruire il proprio futuro. Poi ce n’è un altro, quello Prodi del 1997, che ha messo la gente nei container per lasciarcela a distanza di tredici anni. Aggiungo – ha insistito il candidato Pdl – che le foto aggiornate che il comitato Pro Giove ha diffuso su Facebook rendono bene il senso di quello che in Umbria sta ancora accadendo e che qui a L’Aquila è stato già in gran parte risolto". Del Corvo si sofferma poi su un altro aspetto, non secondario: la presenza costante del governo accanto a una città e una regione ferite al cuore dal sisma. "Il presidente Berlusconi è venuto da noi per ben ventisei volte e ogni volta si è fatto carico personalmente del fatto che i lavori di ricostruzione delle case avvenissero nei tempi previsti, ovvero secondo una tabella di marcia serrata, finalizzata a non far trascorrere alla gente l’inverno nelle tendopoli. E così è stato".
Al netto delle polemiche politiche alla vigilia del voto per le regionali e le amministrative, la differenza sostanziale sta nel fatto che in Umbria a distanza di tredici anni c’è ancora chi aspetta una casa. In Abruzzo c’è chi in una nuova casa ci vive già da alcuni mesi.