Energia. L’Ocse: “Pensare ad alternative più sostenibili”

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Energia. L’Ocse: “Pensare ad alternative più sostenibili”

21 Giugno 2010

Malgrado l’allarme sugli effetti dell’inquinamento e delle emissioni di gas serra, gli stati non si persuadono della necessità di scoraggiare consumi e combustibili fossili, mediante la riduzione delle sovvenzioni, che oggi hanno superato abbondantemente i 500 miliardi di euro l’anno. Il monito viene dall’Ocse con un documento contestuale alla presentazione di una relazione Onu sulle tematiche concernenti l’alimentazione e l’agricoltura.

Secondo l’Ocse l’occasione era appropriata: i fondi fino ad oggi destinati ai carburanti tradizionali potrebbero essere indirizzati a vantaggio del settore agricolo e dell’economia in generale, con numerosi vantaggi per la collettività e l’ ambiente. Per l’Ocse alcune analisi confermano che le emissioni globali di gas ad effetto serra potrebbero essere tagliate di oltre il 10 per cento semplicemente rimuovendo le sovvenzioni per i combustibili ad alta intensità di carbonio. Il mercato dei biocarburanti fa sempre più affidamento sugli incentivi e sull’uso obbligatorio, ma l’incertezza sulle tendenze future dei prezzi del greggio e le attuali politiche ne rendono incerta l’ adozione.

Anche da un punto di vista economico, sostiene l’Ocse, è necessario pensare a alternative più sostenibili. È infatti probabile che i prezzi delle materie prime vadano ad aumentare raggiungendo maggiorazione del 40% rispetto agli standard dell’ultimo decennio incidendo su tutta l’economia ma soprattutto sulla sicurezza alimentare. E questo vale anche per quanto riguarda la controversa filiera dei bio carburanti. I prezzi reali degli oli vegetali dovrebbero aumentare di oltre il 40 per cento nei prossimi 10 anni,con ripercussioni che potrebbero andare ad influenzare l’industria del biofuel.