Eni, Descalzi, pesante endorsement per il Sì. Brunetta: “E’ democrazia?”
21 Ottobre 2016
“Non possiamo continuare a dire che ci vogliono investimenti se non cambiamo, se non riformiamo. Questo referendum porta delle riforme”. Ad affermarlo è l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, in merito al referendum a margine della consegna dei premi Eni Award al Quirinale. “In un Paese – spiega – non bisogna solo avere i soldi per investire. Bisogna poter investire. E poter investire vuol dire avere la sicurezza dei tempi, processi snelli”.
Infatti, sottolinea l‘Ad del gruppo petrolifero italiano, “abbiamo bisogno di snellire il nostro sistema. Se parliamo di 4.0 dobbiamo anche snellire dal punto di vista delle regole, delle leggi. Dobbiamo riuscire a fare industria, non solo perché bisogna investire, ma perché bisogna avere un sistema molto più efficace, meno burocratico, più capace di prendere delle decisioni. Il referendum dice questo. Confindustria l’ha detto e sono assolutamente d’accordo”.
Gli investitori esteri, rileva Descalzi sottolineando che li incontra spesso in occasione dei roadshow, “sono preoccupati del fatto che non possiamo fare delle riforme. Se non riusciamo a riformare il sistema italiano non credono che possiamo crescere. Non si cresce solo con le parole. Si cresce da una parte con l’industria ma dall’altra con delle politiche estremamente pragmatiche, chiare e semplici e con la capacità di prendere delle decisioni”
“#referendum Descalzi pensi a #Eni e non si intrometta. @matteorenzi ha paura e chiede endorsement a destra e a manca. È democrazia questa?”. Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “#referendum Eni serve @matteorenzi perché nella sua visione Eni significa politica estera e quindi voto estero, e poi i servizi…”, sottolinea in un successivo tweet. E ancora: “#referendum “Tramite Eni @matteorenzi vuole mandare un messaggio agli italiani all’estero e ai capi di governo esteri”.