Epifani difende Ilva e siderurgico. “Base dell’industria italiana”

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Epifani difende Ilva e siderurgico. “Base dell’industria italiana”

27 Maggio 2013

Fa bene il segretario del Pd Epifani a dire che "l’Ilva non si può fermare", che se il grande stabilimento siderurgico di Taranto dovesse chiudere "avremmo a cascata conseguenze negative per il grosso degli impianti siderurgici in Italia". Epifani, che viene dal sindacato, dal mondo operaio, sa che "La questione dell’industria delle acciaierie in Italia, è forse oggi la crisi industriale più profonda perchè in realtà è una grande infrastruttura di base che serve a tutta l’industria italiana". Un modello produttivo, quello italiano, che deve ristrutturarsi se vuole salvare un pezzo della ricchezza del Paese. "L’Italia non potrà mai abbandonare la produzione siderurgica", dice Epifani intervenendo alla assemblea sindacale di Terni di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic-Confsal, Ugl. Va chiarito quindi quale sarà il ruolo giocato dal governo e dallo Stato italiano nella vicenda Ilva, al di là delle boutade che circolano sulla sua nazionalizzazione. Ci manca pure il modello bolivarista. L’importante è non ripetere gli errori del passato, riproporre una industria di Stato burocratico-clientelare, sprecona, e se provato dai giudici anche corrotta. Va bene coinvolgere maggiormente i lavoratori nella vita dell’azienda, se dovesse ripartire, ma dovrà essere qualcosa di diverso. Ricordiamo che l’Ilva non nacque nè è cresciuta proprio come un modello ecologico o di sicurezza per i dipendenti. Il problema è capire quale sarà la nostra nuova politica industriale.