Epifani tra congresso e primarie. Renziani: “Cambia regole in corsa”
26 Luglio 2013
di redazione
E così anche l’ultima direzione nazionale del Pd si trasforma in battaglia. Tema del contendere, le primarie. Con il segretario Epifani che da un lato accontenta i renziani, annunciando il Congresso entro novembre, e dall’altra gli toglie il sorriso di bocca parlando di primarie con regole diverse, per il Congresso e per le elezioni. Tuonano i renziani suddetti, i giovani turchi, i border line alla Civati, convinti che ancora una volta si stia cercando di cambiare le carte, "la natura e lo statuto del partito" quando la corsa è già iniziata. Ciliegina sulla torta, Epifani che dice "Serve una figura di segretario rivolta all’impegno prevalente del partito", insomma no a ‘doppi incarichi’ (segretario + candidato premier) e dunque un altro no a Renzi. Matteo prosegue nel suo silenzio stampa, iniziato dopo l’intervista-fiume a Mentana, e non si ferma a parlare con i giornalisti. Epifani concentra l’attenzione sulla riforma della legge elettorale, "un’esigenza vera", ma molti dirigenti del partito hanno la testa altrove. Secondo il traghettatore, il governo Letta resta "un governo di servizio", non "un governo di pacificazione". Anche su Alfano e il caso Shalabayeva l’opinione è che il ministro "avrebbe dovuto fare un passo indietro". Andiamo bene. Letta da parte sua conferma la linea del segretario sul governo, "noi non vogliamo le larghe intese forever", dice, il Porcellum va cambiato, ma entrando in sala si ferma a parlare con Renzi. "Se siamo uniti non ci batte nessuno," dice il premier, "siamo un partito, non un gruppo misto". Il rischio all’orizzonte però è sempre la scissione, un altro dissanguamento.