Erdogan minaccia Europa con migranti, Juncker: “Patto va rispettato”
27 Novembre 2016
La Turchia minaccia di riaprire le porte ai migranti diretti verso l’Europa. Il presidente Erdogan ha sfidato la Ue: “Ascoltatemi bene, se si va oltre, queste frontiere si apriranno, mettetevelo in testa”, ha detto il presidente turco, dopo la decisione dell’europarlamento di congelare i negoziati di adesione alla Ue. Erdogan ha anche detto che lo stato di emergenza in Turchia, che fino ad ora ha portato a migliaia di arresti dopo il fallito colpo di stato di questa estate, sarà prolungato di altri tre mesi e che nel Paese potrebbe essere reintrodotta la pena di morte.
Lo scorso marzo, Ankara e Bruxelles hanno firmato un accordo con cui la Turchia si impegna a tenere sul suo territorio i migranti diretti in Europa. Un patto accompagnato da sei miliardi di euro in aiuti per l’assistenza, di cui, fino adesso, sarebbe stato versato allo stato turco meno di un miliardo. Ma per la Turchia la Ue deve sbloccare il capitolo della facilitazione dei visti per i cittadini turchi decisi a entrare in Europa. “Minacciare” l’accordo “non aiuta”, ha detto la cancelleria tedesca, Angela Merkel, grande promotrice dell’intesa con la Turchia sui flussi migratori.
Da Atene, il vice-ministro alla Difesa Dimitris Vitsas si è detto da parte sua “preoccupato” per le parole di Erdogan: “usare i rifugiati e i migranti per ottenere diversi scopi è un atto di aggressione”, ha dichiarato. Nonostante l’accordo, sarebbero decine di migliaia i profughi che nel 2016 hanno continuato ad attraversare il Bosforo diretti in Grecia.
Il presidente della Commissione Ue, il lussemburghese Jean-Claude Juncker ha risposto alla minaccia di Erdogan di riaprire le frontiere: “Abbiamo un patto, che deve essere rispettato e lo sarà’, ha detto Juncker in un’intervista al belga ‘La Libre Belgique’. Jucker ha ricordato che quando Erdogan era premier, tra il 2003 ed il 2014 “aveva compiuto molti progressi in termini di qualità della democrazia” ma negli ultimi due anni, da quando è presidente, la Turchia “si è distanziata dai valori e dai principi europei. Credo che Erdogan ed il suo governo abbiano avviato un processo per poter scaricare sull’Europa la colpa del fallimento dei negoziati per il suo accesso” all’Ue.
Ieri il presidente Erdogan si è detto anche pronto a firmare la legge per il ripristino della pena di morte, se il parlamento approverà una norma in tal senso. “Democrazia significa rispetto della volontà popolare”, ha detto Erdogan in un discorso a Istanbul. Le autorità dell’Ue e vari Stati membri hanno più volte ripetuto che reintrodurre la pena di morte metterebbe fine al processo di adesione della Turchia nella Unione. La risoluzione votata dal parlamento europeo che richiama la Turchia ai valori democratici, secondo Erdogan, è “priva di valore”.
Le purghe, le violazioni delle libertà fondamentali, in generale il giro di vite lanciato dopo il fallito golpe del 15 luglio, è stato definito incompatibile con i valori fondanti dell’Ue. Il testo è stato approvato a Strasburgo con 479 voti a favore, 37 contrari e 107 astensioni non ha valore vincolante e vede su posizioni avverse anche la maggior parte degli Stati membri. Per l’Italia, è “fondamentale” tenere aperto “il sentiero di dialogo” con la Turchia, pur continuando a denunciare come “inaccettabili” le “frequenti violazioni dello stato di diritto”.
Il capo della diplomazia italiana ha spiegato alla Camera che “l’ingaggio al dialogo” resta “il modo migliore per esercitare come Europa un’influenza decisiva su questo vicino così importante”. “Come Unione europea e come Italia non abbiamo alcun vantaggio a chiudere la porta in faccia alla Turchia”: “è in questa dinamica certamente complicata che bisogna muoverci, condannando episodi gravissimi e contemporaneamente lasciando alla Turchia la decisione se intende riprendere il percorso con l’Ue, conservando la dinamica che ha portato ad aprire capitoli del negoziato e l’accordo sulle migrazioni, oppure andare in direzione contraria”, ha spiegato Gentiloni.
Erdogan, al quale probabilmente non interessa per nulla l’adesione alla Ue, ha intanto avuto una nuova conversazione telefonica con il presidente russo, Vladimir Putin. “Uno scambio di opinioni” sulla guerra in Siria e la lotta al terrorismo, secondo il Cremlino.