Erdogan, ora la Turchia minaccia l’Europa
25 Novembre 2016
Lo scontro diplomatico tra Ankara e Bruxelles si fa sempre più acceso. “Apriremo le porte dell’Europa a milioni di profughi“, è la rinnovata minaccia del presidente Erdogan. All’indomani del voto del Parlamento europeo, che ha dato il via libera al congelamento temporaneo dei colloqui di adesione della Turchia all’Ue, il presidente turco accusa, “Noi ci stiamo occupando di 3 milioni e mezzo di rifugiati, l‘Europa ha peccato di disonestà verso l’intera umanità , lasciando che bambini morissero nel Mediterraneo. Non ha mantenuto le promesse accorgendosi dei rifugiati solo quando in 50 mila erano ammassati al confine”.
L’Europa “è stata salvata” dalla Turchia, ha proseguito Erdogan “perché a Bruxelles non sapevano cosa fare”. Così il presidente turco ha rinnovato l’avvertimento: “Sanno benissimo che se andranno avanti votando contro di noi, quella stessa frontiera sarà aperta”.
E anche se poche ore fa la risoluzione con cui il Parlamento europeo ha chiesto la larga maggioranza di sospendere il negoziato per l’adesione della Turchia all’Europa ha dimostrato un valore non vincolante dal punto di vista giuridico, il segnale politico lanciato è stato forte. “Le misure repressive adottate dal governo turco nel quadro dello stato di emergenza sono sproporzionate, attentano ai diritti e alle libertà fondamentali sanciti nella costituzione turca e minacciano i valori democratici dell’Unione europea”.
La musica inizia però inizia a cambiare sul serio. Austria e Lussemburgo nelle scorse settimane hanno già parlato apertamente di congelare i negoziati, e altri ministri degli Esteri hanno espresso le loro preoccupazioni. In gioco c’è l’accordo sui migranti stretto a marzo, che la Turchia usa come arma di ricatto per ottenere la liberalizzazione dei visti d’ingresso per i suoi cittadini. Ma anche il tema della lotta al terrorismo, con un Paese che ha un confine di 1.295 km con Siria e Iraq. “Facile parlare così in posti dove il terrorismo non è arrivato”, accusa il capo negoziatore di Ankara, Omer Celik.