Erri De Luca non fermerà la Tav
19 Ottobre 2015
di redazione
Lo scrittore Erri De Luca è stato assolto dal Tribunale di Torino dalla accusa di istigazione a delinquere per aver invitato a sabotare la Tav, l’altà velocità Torino Lione. "Il fatto non sussiste", secondo i giudici. "E’ stata impedita una ingiustizia," le prime parole di De Luca, "quest’aula è un avamposto sul presente prossimo". Applausi in sala dei tanti militanti No Tav presenti. De Luca rischiava una condanna a 8 mesi. Nelle dichiarazioni spontanee rilasciate al tribunale, De Luca ha confermato la sua convinzione per cui "la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata,impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua". De Luca ha ricordato di essere stato "incriminato per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Ghandi e Mandela, e democratico". Ha aggiunto "sono disposto a subire la condanna penale ma non a farmi censurare o ridurre la lingua italiana. Si incrimina il sostegno verbale a un’azione simbolica". E fin qui siamo nel solco della libertà di parola, se a uno piace usare la parola sabotare la usi pure, come pure quel "sedicente" riferito a un investimento, la Tav, che ci chiede l’Europa e fa parte della grande riorganizzazione dei trasporti e delle reti della mobilità europea. Detto questo, vale la pena ricordare ai signori No Tav che il sabotaggio lo mettono in pratica, incappucciati, con pietre, lanci di sassi e guerriglia contro operai e poliziotti, com’è accaduto nel cantiere di Chiomonte, che per loro il futuro, "l’avamposto" come lo chiama De Luca, non sarà così roseo. Gli scrittori parlano e scrivono. Chi mette in pratica il sabotaggio, magari in modo violento, paga.