Esce “Angel face”, il ritratto di Amanda Knox che scandalizzerà gli americani

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Esce “Angel face”, il ritratto di Amanda Knox che scandalizzerà gli americani

02 Aprile 2010

“E’ il libro che stavate aspettando”. Jhon Guare, drammaturgo americano e autore di “Sei gradi di separazione”, descrive così il romanzo scritto da Barbie Latza Nadeau, corrispondente dall’Italia per riviste del calibro di “Newsweek” e giornalista di CNN e BBC. Pagina dopo pagina, l’opera svela nei minimi dettagli i retroscena dell’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia da Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede, durante un presunto festino a base di sesso e droghe. La vicenda è stata definita uno dei più efferati e incomprensibili delitti degli ultimi tempi, ma verrà anche ricordata per la sua forte esposizione e strumentalizzazione mediatica, al punto da sfiorare l’incidente diplomatico tra l’Italia e gli Stati Uniti.

E’ proprio negli Usa che il prossimo 6 aprile uscirà “Angel Face. The True Story of Student Killer Amanda Knox”, un libro che promette di scandalizzare gli americani con la sua versione scomoda dei fatti che accaddero la notte del 1° novembre del 2007, quando Meredith venne sgozzata nella sua camera da letto. Un resoconto che all’autrice è costato mesi e mesi di lavoro d’investigazione ma anche di campagna diffamatoria contro la sua professionalità e reputazione, solo perché ha voluto sfidare la linea difensiva generalmente adottata dai media americani: ossia quella dell’indiscutibile innocenza della Knox e dell’incapacità del sistema giudiziario italiano di scoprire la verità.

In poco meno di 250 pagine e con una narrazione schietta e senza peli sulla lingua, la Nadeau riesce a mettere a nudo la vera personalità di Amanda, la principale accusata dell’omicidio. Fuori da ogni ipocrisia o costruzione mediatica, il libro cerca di mostrare il vero volto della studentessa americana al di là delle due etichette di “faccia d’angelo” e di “diavolo assetato di sesso” che sono state nel tempo attribuite alla giovane dai mezzi di comunicazione. A emergere è una versione che per un genitore è forse ancora più raccapricciante: anche la figlia più insospettabile e ammodo quando è lontano dagli occhi indulgenti dei suoi cari può sviluppare dentro di sé un lato oscuro e diventare il più impietoso dei killer. Bastano solo gli ingredienti giusti: sesso, droga, ansia di fare esperienze e tanta libertà. Di seguito vi proponiamo la traduzione di un estratto del primo capitolo del libro della Nadeau.

Sono le 2 del mattino di un’umida notte di settembre e Perugia è tutta un calderone di attività illecite. Una fitta nebbia di marijuana copre Piazza IV Novembre. Tutto intorno, bottiglie vuote e bicchieri di plastica rivestono il piazzale. Poco più in là, gli spacciatori nordafricani vendono la loro merce come fanno di giorno, in quello stesso posto, i venditori di frutta. Un gruppo di giovanissime inglesi ridacchia, sono una preda facile per dei giovani italiani con i loro drink in mano. Le ragazze americane sono invece più aggressive e ansiose di trovarsi un amante italiano. In un vicoletto, un giovane solleva la gonna della sua nuova conquista e cerca goffamente di fare sesso con lei sotto un lampione mentre il drink in mano alla ragazza si versa poco a poco per terra. Decine di studenti giacciono svenuti sulle scale della chiesa. E non c’è neanche un poliziotto alla vista.

E’ questa l’immagine che dà il benvenuto ai gruppi di stranieri che vengono a studiare nelle università perugine. Per alcuni si tratta di una scena scioccante, per altri un circo irresistibile. E anche lo sfondo della tragedia che ha coinvolto due giovani donne, Amanda Marie Knox, allora 20enne, e Meredith Susana Cara Kercher, di 22 anni. Due ragazze che, arrivate nell’autunno del 2007, si unirono alla festa con entusiasmo. Meno di due mesi dopo Meredith era morta e Amanda era in prigione accusata del suo omicidio.

Nessuna delle due era proprio un’innocente all’estero. Entrambe avevano già avuto le loro proprie esperienze di sballo universitario prima d’arrivare in Italia. Ma non era niente rispetto alle baccanali nonstop che hanno reso la città di Perugia famigerata nel circuito di studenti internazionali. Tina Rocchio è il coordinatore italiano dell’Università Arcadia, in Pennsylvania, e facilita i viaggi di studio all’estero. “Quando mi dicono che vogliono andare a Perugia – spiega Rocchio – la prima domanda che faccio è ‘Quanta autodisciplina hai?’”. Poi continua: “Perugia non è per gente fragile. Gli studenti che ci vanno sono di due tipi: o la scelgono per divertirsi o per studiare, e normalmente Perugia rappresenta innanzitutto una festa”. 

Nei primi anni ’20, Benito Mussolini creò delle università per stranieri a Perugia e a Siena con l’obiettivo di diffondere la “cultura superiore italiana” nel mondo aprendo le porte agli stranieri per farli studiare a poco prezzo in queste meravigliose città murate. La scuola senese è rimasta ancora relativamente piccola. Ma, insieme all’Università degli Studi (che attrae anch’essa stranieri ma ha un maggior numero di studenti italiani) quella che si trova a Perugia col tempo ha dato vita a numerosi piccoli campus in tutta la città. Ce ne sono talmente tanti che l’attuale popolazione studentesca del capoluogo umbro è di circa 40mila, quasi un quarto della popolazione totale (pari a 163mila persone). Perugia è infatti molto popolare tra quegli studenti internazionali che cercano qualcosa più economico e accogliente di Parigi, Barcellona o Firenze, le città preferite dagli americani benestanti.

L’offerta formativa è ampia e i docenti hanno la reputazione d’essere indulgenti. Talvolta, i crediti universitari vengono trasferiti con un semplice idoneo/non idoneo, quando in realtà dovrebbe essere dato loro un voto. Tutto questo attrae un eclettico mix di giovani da tutto il mondo. La maggior parte dei ragazzi italiani provengono da famiglie benestanti; in Italia, gli universitari normalmente vivono a casa ed è un raro privilegio poter andare fuori sede per studiare. Gli studenti internazionali – che provengono dall’Asia, dall’Europa e dal Nord America – spesso invece sopravvivono con borse di studio e lavori occasionali. A causa degli scarsi alloggi nelle residenze universitarie, di norma gli studenti vivono nel centro storico in appartamenti condivisi e in appartamenti che sono stati a loro volta suddivisi in piccole stanzette per poter ospitare numerosi affittuari. La città è piena di discoteche, pub e ristoranti economici per riuscire a soddisfare la clientela di studenti.

Nessuna sorpresa quindi se Perugia è anche un paradiso per gli spacciatori; i venditori, per la maggior parte nordafricani, commerciano con vivacità dall’hashish geneticamente modificato alla cocaina e all’acido. A Perugia è molto facile sballarsi e la polizia normalmente chiude un occhio. Il capoluogo umbro ha però un tasso di criminalità molto basso in confronto ad altre città italiane. Nonostante la sua reputazione, gli arresti per crimini di droga sono rari e le autorità sono abitualmente indulgenti con la popolazione studentesca. Le strade strette e pavimentate, alcune delle quali sono fatte di scalinate, scoraggiano l’uso delle macchine. Gli studenti vagano barcollando a piedi nel centro cittadino e i soliti reati che avvengono nelle città universitarie di guida in stato d’ebbrezza non sono un vero problema. Gli omicidi sono davvero pochi, tranne per un’unica eccezione. L’anno prima che Meredith venne uccisa una studentessa di medicina, Sonia Marra, sparì senza lasciare alcuna traccia. Il corpo non è mai stato ritrovato e – in mezzo ai sospetti che tale inchiesta è stata trascurata durante i due anni di circo creato intorno all’omicidio di Meredith –l’ex ragazzo è stato arrestato per la sua morte solo di recente. 

Perugia è stata la casa del famoso artista rinascimentale Pietro Vannucci, il maestro del grande Raffaello. La città è anche conosciuta per l’industria cioccolatiera “Perugina”, ora di proprietà della Nestlé.  Ma senza le università, Perugia sarebbe un’altra delle tante cittadine umbre da cartolina che compete con Siena, Assisi e San Gimignano per attrarre il turismo americano. La comunità locale non vede di buon occhio la scatenata cultura degli studenti, ma sa anche che non può fare granché contro uno dei pilastri economici della città. “Con questo tipo di libertà inebriante che si diffonde tra dei ragazzi così lontani da casa, questi giovani sono solo guidati dall’assoluta mancanza di controllo e dalla fame per fare esperienze”, ha detto un pm ad un giornalista. Le università e i responsabili dei programmi di studio all’estero contribuiscono tantissimo con la città, e s’aspettano che la comunità locale sia pronta a chiudere un occhio. Inoltre, insistono che i luoghi dove si svolgono feste non sono peggiori di quelli che ci sono in qualsiasi altra città universitaria.

Meredith Kercher venne a Perugia dall’Università di Leeds, in Inghilterra. L’ateneo, creato nel 1904 dal re Edoardo VII come alternativa ai poli elitari di Oxford e Cambridge, è un’università accessibile a tutti. Oggi ci sono circa 30mila studenti nel campus, dove gli edifici costruiti negli anni ’60 sono intrecciati con corridoi e strutture più moderne. Il programma accademico è serio, di larga portata e di mentalità internazionale. Nei suoi due anni presso l’Università di Leeds, dove ha studiato Scienze Politiche Europee, Meredith si era dimostrata una studentessa eccezionale con una grande capacità di imparare le lingue e venne accettata nel prestigioso “European Region Action Scheme for the Mobility of University Students”. Conosciuto anche come ERASMUS, il programma venne stabilito dalla Commissione Europea nel 1994 per facilitare lo studio internazionale; il suo obiettivo è quello di avere entro il 2012 tre milioni di persone, tra studenti e docenti, ingaggiati in programmi di scambio in oltre 32 Paesi. Ma il programma ERASMUS ha anche la reputazione del divertimento. In ciascuna delle università che partecipano al programma, le feste ERASMUS sono considerate le più multiculturali ed eccitanti. 

Meredith era una ragazza snella con dei bei lineamenti che riflettevano il suo retaggio culturale misto; suo padre è inglese, sua madre è invece un’indiana nata a Lahore quando il Pakistan era ancora uno Stato parte della confederazione indiana. Secondo il giornale South London, quotidiano locale diffuso a Croydon, il contesto della giovane uccisa era “solido, molto tipico della classe medio-alta”. Era la tipica ragazza inglese che aveva avuto la sua buona dose di relazioni amorose e che non si imbarazzava poi tanto d’essere ubriaca persa in pubblico, anche perché era già stata fermata dalla polizia in stato d’ebbrezza in pubblico quando era insieme ai suoi amici di Leeds. Nella sua città natale aveva avuto tre fidanzati negli ultimi 2 anni. Il suo ultimo spasimante era il più serio, ma entrambi decisero amichevolmente di prendersi una pausa prima che lei partisse per Perugia e lui per l’Australia.

Barbie Latza Nadeau è l’autore di “Angel Face: The True Story of Student Killer Amanda Knox”, edito da Beast Books, ed è la corrispondente dall’Italia della rivista “Newsweek” fin dal 1997. Scrive inoltre per la “CNN Traveller”, “Budget Travel Magazine” e “Frommer’s”.

© Barbie Larza Nadeau, Angel Face: The True Story of Student Killer Amanda Knox, Beast Books 2010

Traduzione di Fabrizia B. Maggi