Eurodeputati per passione, per professione e per 30 mila euro al mese
23 Aprile 2009
Aspiranti eurodeputati ai nastri di partenza, con un occhio alla nobile ragione politica e l’altro al portafogli. Perché una cosa è certa, a nessuno dei candidati sfugge l’allettante prospettiva di intascare un cospicuo stipendio: almeno 12 mila euro netti al mese a cui bisogna aggiungerne altri 17.540 euro destinati agli assistenti. A conti fatti, a ogni eurodeputato e al suo staff vanno circa 30 mila euro al mese. Una bella cifra, non c’è dubbio. A cui dovrebbe corrispondere un impegno adeguato. Ma su questo punto l’Italia non fa certo una bella figura.
Non esistono numeri ufficiali sull’assenteismo (il regolamento parlamentare non prevede tali informazioni) ma a fornire i dati ci ha pensato un giovane assistente parlamentare, Flavien Deltort, che ha raccolto in modo certosino tutti i documenti a disposizione. Si scopre così che tra i primi cento deputati europei più presenti alle sedute parlamentari ci sono solo tre italiani. L’intensità con la quale i nostri rappresentanti prendono parte ai lavori dell’aula è meno di un terzo rispetto a tedeschi e inglesi, un quinto dei polacchi. Non solo: sui 20 maggiori assenteisti d’Europa, dieci sono italiani.
Per prima cosa i nuovi eletti dovranno spazzare via questi record negativi. All’Italia spettano 78 seggi. A contenderseli, il 6 e 7 giugno, non solo politici più o meno noti, ma anche hostess, rampanti vallette televisive, ex calciatori e campionesse di windsurf. Nelle liste, che dovranno essere presentate ufficialmente la prossima settimana, c’è davvero di tutto. E con il sistema delle preferenze tutti hanno la speranza di essere eletti. Chiunque la spunterà, dovrà dimostrare di meritare il trattamento economico che andrà a percepire. Innanzitutto partecipando con maggiore assiduità ai lavori parlamentari.
Da luglio prossimo, giorno dell’insediamento della legislatura, entrerà in vigore il nuovo statuto dei deputati europei, approvato il 28 settembre del 2005, che stabilisce uno stipendio uniforme per tutti i 785 parlamentari europei. Attualmente l’indennità base è parametrata a quella di un deputato del rispettivo Stato di appartenenza. L’articolo 10 dello statuto prevede invece che l’indennità mensile percepita dal parlamentare europeo «ammonta al 38,5% del trattamento economico di base di un giudice della Corte di Giustizia delle Comunità europee». Si tratta di circa 5.800 euro netti a cui bisogna aggiungere 4.202 euro mensili come indennità per spese generali tra cui figurano le spese di gestione dell’ufficio, le spese di telefonia e affrancatura, le spese per l’acquisto, il funzionamento e la manutenzione dell’attrezzatura informatica e telematica. L’indennità viene ridotta del 50% nel caso in cui un deputato partecipi a meno della metà delle sedute plenarie di un anno senza giustificare le proprie assenze. Queste due voci portano lo stipendio parziale a 10 mila euro (10.002 per la precisione).
Ci sono poi altri 4.148 euro come indennità di viaggio annuale per le spese dei deputati che devono recarsi all’estero per motivi diversi dalle riunioni ufficiali, come ad esempio per assistere a una conferenza in un altro Stato membro o in veste di relatori. Questa somma, spalmata su dodici mesi fa in media 345 euro a cui bisogna aggiungere almeno altri 1.788 euro mensili come indennità di soggiorno forfettaria (si tratta di 298 euro per ogni giornata di partecipazione alle riunioni ufficiali degli organi del Parlamento nei quali il deputato è attivo. Nel nostro calcolo non sono state considerate le sedute delle commissioni, ma solo le sedute plenarie per una media di 6 al mese).
Il totale è quindi 12.135 euro. L’indennità forfettaria di viaggio, che serve a coprire le spese di viaggio sostenute dai deputati per partecipare alle riunioni ufficiali del Parlamento europeo, è stata sostituita dal rimborso delle spese effettivamente sostenute previa presentazione della relativa documentazione. L’europarlamentare, inoltre, potrà selezionare uno o più assistenti per i quali è previsto un rimborso spese pari a 17.540 euro mensili. Questa somma, però, non transita più nel portafoglio dell’eurodeputato ma è versata direttamente agli interessati o tramite un agente pagatore.
Tutti questi soldi sono a carico del bilancio comunitario. Quindi di tutti i cittadini dell’Unione. Ecco perché è importante avere uno strumento di controllo. Nell’ottobre scorso il radicale Marco Cappato aveva chiesto, per avere un panorama di riferimento, le tabelle delle presenze di tutti gli europarlamentari. Richiesta respinta dal segretario generale Harald Romer. Un rifiuto che ha certamente evitato molti imbarazzi.