Europa e Turchia iniziano lo scambio migranti al posto di profughi

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Europa e Turchia iniziano lo scambio migranti al posto di profughi

04 Aprile 2016

E’ iniziato ieri il piano di rimpatri verso la Turchia, stabilito dall’accordo siglato tra Bruxelles e Ankara, con l’arrivo in Turchia di oltre 200 migranti, pachistani, bengalesi e afghani che saranno poi rimandati nei loro Paesi d’origine. Le prime tre navi con profughi sono sono partiti dalle isole greche e hanno attraccato a Dikili, nella costa egea della Turchia: 136 provenienti da Lesbo e 66 da Chios.

 

Da Dikili, in autobus, sono stati portati a Kirklareli, a nord di Istanbul, verso la Bulgaria. Da qui, dovrebbero essere espulsi, anche se la Turchia non ha sottoscritto accordi di riammissione con i Paesi di partenza. Sempre in Turchia saranno ospitati i siriani che dovessero tornare indietro. A gestire le operazioni di ieri anche l’agenzia Frontex, che ha confermato sul proprio sito il numero di 202 migranti rimpatriati in Turchia. Secondo fonti turche, Ankara a sua volta avrebbe già identificato almeno 5mila siriani che sarebbero candidati a essere inviati in modo legale nell’Ue.

 

I primi sono partiti e arrivanti già in Germania, 32 ad Hannover, altri 11 sono arrivati invece in Finlandia. Oggi l’Olanda accoglie 34 siriani provenienti dalla Turchia in linea con il piano siglato tra Bruxelles e Ankara. Il segretario di Stato olandese per l’Asilo, Klaas Dijkhoff, e il ministro degli Esteri, Bert Koenders, hanno fatto confermato il numero di migranti accolti, che saranno ospitati in un centro di asilo fino a quando non avranno una casa. Il ministro Koenders ha precisato che l’Olanda, che presiede questo semestre del Consiglio dell’UE, continuerà a monitorare che vengano soddisfatti gli "alti standard dei diritti umani concordati con la Turchia" nel piano di rimpatri.

 

Questo dopo l’allarme lanciato da "Save the Children" che denuncia la mancanza di tutele per i migranti respinti e chiede ai leader europei di ripensare urgentemente la loro proposta sospendendo tutti i trasferimenti verso la Turchia fino a quando ci sarà la garanzia che coloro che necessitano di protezione internazionale possano effettivamente riceverla. Save The Children punta l’attenzione sui richiedenti asilo e sulle condizioni del centro di detenzione di Moria sull’isola greca di Lesbo, dove si trovano più di 1.000 bambini, molti in viaggio da soli.