Europee. Contributi anche a chi non supera la soglia del 4%
19 Febbraio 2009
di redazione
Il sì è stato ampiamente bipartisan: con 252 voti a favore, nessun contrario e 2 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato il decreto sull’election day, prevedendo per il 2009 un solo turno per le elezioni amministrative e il voto per Parlamento europeo. L’intera riforma della legge elettorale per le europee ha invece ottenuto 230 voti a favore, 15 contro e 11 astensioni.
L’aula del Senato ha approvato il decreto che fissa "l’election day" per accorpare le prossime elezioni europee e amministrative in unica tornata, i prossimi 6 e 7 giugno. Il provvedimento, che allinea le dimensioni dei simboli delle liste fra le due competizioni (3 centimetri) e fissa al 2% la soglia minima di voti ottenuti per avere diritto ai rimborsi elettorali, passa ora al vaglio di Montecitorio per il via libera definitivo.
La nomina degli eurodeputati (che avviene secondo regole nazionali) era stabilita fin’ora sulla base di un sistema proporzionale puro, che consentiva a molte più forze politiche di avere propri rappresentanti nel Parlamento comunitario. Con questa modifica anche i partiti che non raggiungeranno il quorum del 4%, necessario per ottenere seggi nell’Europarlamento, potranno accedere ai fondi pubblici.
La decisione è arrivata sull’onda delle polemiche per l’introduzione del quorum del 4% per la ripartizione dei seggi italiani per l’Assemblea di Strasburgo e Bruxelles e delle accuse mosse ai partiti principali, il Pdl e il Pd, accusati di voler letteralmente "far fuori" le voci fuori dal loro coro.
Lo sbarramento del 4% , lascerà fuori i movimenti politici più piccoli che non potranno neppure sperare nell’elezione di un solo proprio rappresentante, a meno che giungano a un accordo tra loro per unire gli elettori. Nelle elezioni politiche italiane, infatti, lo sbarramento aveva comportato l’esclusione di forze politiche come Verdi, Rifondazione, Prc e La Destra.
Ma la questione più scottante riguardava i contributi elettorali. Senza l’approvazione dell’emendamento di oggi infatti i partiti che non superavano la soglia di sbarramento non avrebbero potuto ottenere il rimborso elettorale.
I partiti più piccoli sarebbero stati penalizzati sia dal punto di vista della rappresentanza, sia da quello della stessa sussistenza economica, a vantaggio delle forze politiche maggiori che si sarebbero al contrario trovate a beneficiare di maggiori fondi e di un numero maggiore di euro-seggi.