Europee, i vescovi: “Serve una forte presenza dei cristiani”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Europee, i vescovi: “Serve una forte presenza dei cristiani”

03 Giugno 2009

“L’Europa ha bisogno di Cristo. Trasmettere i valori umani e cristiani, formare il mondo terreno secondo lo spirito del Vangelo, questa e’ la missione dei cattolici in tutte le società”, seguendo l’insegnamento del Concilio. Alla vigilia del voto per il Parlamento europeo, il Servizio Informazione Religiosa rilancia l’appello del cardinale Peter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest, primate d’Ungheria e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee).

“Certamente in taluni contesti la voce dei cristiani – sottolinea il cardinale – sembra troppo debole. In alcune votazioni parlamentari la maggioranza spesso non sembra tenere presente quei valori che per i cristiani sono fondamentali” e che “non sono tutti principi rivelati, ma, non di rado, criteri di sana ragione”. Per questo, ribadisce il porporato, "l’atteggiamento responsabile e costruttivo dei cristiani nel mondo è un dovere generale” anche se "i modi e le forme dipendono fortemente dalla struttura delle singole società”.

Segue l’esortazione a "curare e coltivare la base antropologica della partecipazione consapevole dei cittadini nella formazione del nostro futuro comune". Non a caso il cardinale Erdo rileva che “durante il socialismo reale, mancavano all’Est, le condizioni per la partecipazione alla vita politica da parte dei cattolici" che "potevano allora formare il mondo secondo il Vangelo, essendo onesti sul posto di lavoro e nella vita quotidiana, ma non potevano partecipare ufficialmente alla grande politica". Rispetto ad allora, "le possibilità dei cristiani sono migliorate. E quindi, non sembra inutile in Europa l’impegno di laici responsabili persino al livello della vita politica", soprattutto perche’ "le basi profonde del cristianesimo" possono costituire "un fondamento di solidarietà e di comprensione”