Europee, Pagnoncelli: Ncd e Udc con alleati al 5,7 per cento
05 Aprile 2014
Chi passa e chi non passa tra i partiti italiani alle elezioni europee? Il sondaggio sulle intenzioni di voto pubblicato da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera mostra un consolidarsi del tripolarismo italiano emerso dopo il voto alle politiche del 2013: Pd primo partito con il 33%, M5S e Forza Italia poco sopra il 21%. La novità è che l’alleanza liberalpopolare annunciata da Ncd, Udc e Popolari per l’Italia è al 5,7%, superando lo sbarramento e con l’obiettivo di non costituirsi solo come semplice cartello elettorale ma come progetto che riunisca i moderati italiani in un’alternativa alle sinistre e alle forze antisistema. Secondo Pagnoncelli, l’interesse per il voto europeo prevale nettamente nell’elettorato di Ncd.
Resterebbero fuori, invece, il raggruppamento che fa capo a Scelta Civica, al 3,8%, ma anche Fratelli d’Italia e Lista Tsipras. Passerebbe la Lega Nord, al 5,3%, complice la campagna elettorale tutta giocata all’attacco dell’Europa del segretario Salvini. Sempre secondo Pagnoncelli, il 17% degli italiani di dichiara "possibilista" sul fatto di andare a votare, il 6% è fortemente indeciso, il 31% esclude di recarsi alle urne.
Facendo un ragionamento politico, la novità è che le forze di centro sembrano riconoscere ad Alfano la capacità di rappresentare lo schieramento moderato e di centrodestra: un leader giovane con una autorevolezza figlia degli incarichi di governo, come pure della coraggiosa scelta di separarsi a suo tempo da Forza Italia. Il capitale elettorale dello schieramento liberalpopolare è destinato a crescere se si riuscirà a intercettare la diaspora elettorale di Fi (il partito di Silvio Berlusconi continua a scendere nei sondaggi), ma si tratta di una scommessa che va costruita con pazienza, pensando più a rilanciare i temi unificanti del mondo moderato che a porsi semplicemente il problema delle soglie elettorali da superare.
Le europee si giocheranno evidentemente tra Renzi e Grillo, ma il centrodestra italiano deve saper guardare oltre il 25 maggio ritrovando forza nei suoi ideali fondanti e offrendo una forte investitura ad Alfano. Secondo il capogruppo al Senato di Ncd, Maurizio Sacconi, "a ben vedere, il percorso di Alfano nel centrodestra è simile a quello realizzato da Renzi nel centrosinistra. E’ partito minoritario con una proposta di rinnovamento contrastata dai conservatori del suo campo ed ora ha iniziato ad aggregare la componente liberalpopolare del governo in funzione di un migliore equilibrio dei contenuti con l’area socialista di Renzi e nella prospettiva di una futura coalizione di centrodestra a trazione moderata".
"Il governo si configurerà presto come una coalizione tra due partiti apparentati con le due grandi famiglie europee. Come in Germania, due partiti impegnati a sconfiggere il declino e l’impoverimento con i fatti", conclude Sacconi, "e qualora Renzi dovesse fallire per le resistenze nella sinistra – ora così evidenti in materia di lavoro – Alfano ne rappresenterebbe la possibile alternativa democratica rispetto alle incognite delle forze antisistema".