Eurostat, l’Italia indossa la maglia nera in istruzione e cultura

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Eurostat, l’Italia indossa la maglia nera in istruzione e cultura

Eurostat, l’Italia indossa la maglia nera in istruzione e cultura

29 Marzo 2016

I dati eurostat sulla spesa governativa divisa per funzione parlano chiaro: l’Italia è all’ultimo posto nell’Unione per percentuale di spesa pubblica destinata all’educazione (7,9% nel 2014 a fronte del 10,2% medio Ue) e al penultimo posto per quella destinata alla cultura (1,4% a fronte del 2,1% medio Ue). La percentuale di spesa, invece, per la protezione sociale è la più alta insieme a quella per i ‘servizi generali’. 

 

Sono un po’ preoccupanti le notizie sull’economia italiana. Perché se è vero che dalle nostre parti si investe poco in cultura ed istruzione vuol dire che non si garantisce una qualità del lavoro e della vita facilmente riscontrabile in altri paesi d’Europa.

I dati risalgono ad uno studio effettuato da Eurostat nel 2014 riguardo alla spesa governativa divisa per funzione. 

 

Seguendo la percentuale sul Pil, come comunicano i dati Eurostat, la spesa dell’Italia investita nel settore dell’educazione, è pari al 4,1% a dispetto del 4,9% medio dell’Unione Europea. L’Italia si ritrova in una posizione della classifica, davvero grave: è praticamente situata come penultima tra i vari Paesi, dopo la Romania (3%), insieme a Spagna, Bulgaria e Slovacchia.

L’Istruzione non è l’unico settore in calo, anche la Cultura in Italia vive una precaria situazione economica, infatti gli investimenti registrati da Eurostat sono pari allo 0,7% contro l’1% della media Ue, mentre il risultato peggiore è rappresentato dalla Grecia con lo 0,6%. 

 

In particolar modo nell’istruzione la spesa per l’istruzione secondaria e terziaria è davvero bassa.

Il mondo dell’università e della ricerca, ancora oggi in Italia non riesce ad ottenere investimenti che possano aumentare anche l’occupazione nelle strutture universitarie. Infatti, nell’educazione terziaria, la spesa in percentuale sul Pil, è allo 0,8% in media Ue e allo 0,3% in Italia, mentre la percentuale sulla spesa pubblica nell’Ue si attesta in media sull’1,6% e in Italia sullo 0,7%. L’Italia è davvero lontana dai risultati relativi alla spesa tedesca per lo stesso settore, ovvero pari allo 0,9% sul Pil, e 2% sulla spesa pubblica. 

 

Una spesa maggiore per l’Italia spetta invece per i servizi generali, un’area in cui sono inclusi gli interessi sul debito, le spese per gli organi elettivi, e la maggior parte delle spese per il funzionamento della pubblica amministrazione.

Tra i dati forniti da Eurostat, in quest’area l’Italia spende l’8,9% del Pil e il 17,4% della spesa pubblica a fronte del 13,9% in Ue.

La sanità invece è un settore su cui l’Italia spende circa il 7,2% del Pil. 

 

Per quel che riguarda la spesa pubblica nel 2014 eravamo al 51,3% rispetto ad una media del 48,2% nel resto d’Europa.

A superare l’Italia, in questo settore, vi sono la Finlandia (58,1%), la Francia (57,5%), la Danimarca (56%), la Svezia (51,8%) e il Portogallo (51,7%).

Mentre la Germania e la Gran Bretagna sono i Paesi che in spesa pubblica investono meno, registrando rispettivamente il 44,3% e il 43,9%.