Eurostat. Pil Ue crolla del 2,5% nel primo trimestre 2009, in Italia del 2,4%

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Eurostat. Pil Ue crolla del 2,5% nel primo trimestre 2009, in Italia del 2,4%

03 Giugno 2009

Il Pil di Eurolandia è crollato nei primi tre mesi dell’anno del 2,5% rispetto all’ultimo trimestre 2008. Si tratta del calo più marcato dalla nascita della zona euro.  È questa la prima stima diffusa da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, che conferma così la stima flash del maggio scorso.

Nel quarto trimestre dello scorso anno la contrazione congiunturale era stata dell’1,8%. Per l’Ue nel suo insieme, i primi tre mesi di quest’anno vedono un calo congiunturale del 2,4%. Stesso dato anche per il pil italiano, che negli ultimi tre mesi del 2008 era calato del 2,1% rispetto al trimestre precedente.

Su base annua, dunque rispetto al primo trimestre del 2008, la contrazione del pil dell’eurozona è stata del 4,8%, per l’Ue a 27 stati membri del 4,5% e per l’Italia del 5,9%. Nel dettaglio, Eurostat spiega che le spese di consumo delle famiglie hanno visto, rispetto al trimestre precedente, un calo dello 0,5% nell’eurozona e dell’1,0% nell’Ue-27.

Gli investimenti hanno visto una contrazione del 4,2% nell’eurozona e del 4,4% nell’Ue-27. Le esportazioni sono calate rispettivamente dell’8,1% e del 7,8%. In calo anche le importazioni, rispettivamente del 7,2% e del 7,8%.

Su base annua, nel primo trimestre 2009 il Pil è diminuito del 4,8% nella zona euro e del 4,5% nell’Ue-27. Anche qui la performance peggiore tra i Paesi di Eurolandia è quella della Germania (-6,9%), seguita da Italia (-5,9%), Francia (-3,2%) e Spagna (-3,0%).

A pesare di più sulla recessione della zona euro nei primi tre mesi dell’anno – sottolinea Eurostat – un calo dello 0,5% nella spesa delle famiglie per i consumi, ma sopratutto un calo del 4,2% degli investimenti, dell’8,1% dell’export e del 7,2% delle importazioni. L’Eurostat ha infine tenuto a ricordare come nel primo trimestre 2009 il Pil Usa sia calato dell’1,5% mentre quello del Giappone del 4,0%.

Nel frattempo dall’Australia giungono buone notizie. Secondo gli ultimi dati sulla crescita economica pubblicati oggi, almeno per ora l’Australia ha evitato la recessione. Nel primo trimestre il prodotto interno lordo è tornato a crescere, sia pure solo dello 0,4% e ha smentito le aspettative generali, secondo cui era inevitabile un secondo trimestre consecutivo di contrazione, la definizione tecnica usata dagli economisti per l’entrata in recessione.

Le previsioni pessimistiche erano partite dai dati del Pil per il quarto trimestre 2008 che indicavano una contrazione dello 0,6%. Le cifre di oggi mostrano che l’Australia resta al riparo dalla flessione globale che ha colpito i paesi più sviluppati, a partire da Usa, Giappone e Germania. Il risultato positivo è stato preannunciato ieri dai dati della bilancia dei pagamenti, con una ripresa inaspettata delle esportazioni, che hanno aggiunto il 2,2% alla crescita economica. Grazie alla domanda di minerali e prodotti agricoli dalla Cina, ma anche per il crollo delle importazioni, il deficit di conti correnti nel primo trimestre è sceso del 27% fino all’ equivalente di 2,6 miliardi di euro. Si prevede che la banca centrale non ridurrà il tasso di interesse dall’attuale 3%.