Eurostrike. Per pietà, giù le (vostre) mani dai libri!
15 Novembre 2012
Mercoledì 14 novembre. ‘Eurostrike’. Manifestazioni in tutta Italia – ed Europa – “contro le politiche d’austerità imposteci dall’Unione europea” (sic!). Scontri, sin dalla mattina, a Milano e Torino. Anche gravi. A Roma, invece, situazione tranquilla. Fino all’ora di pranzo, però. Poi, sul lungotevere dei Vallati all’altezza di Ponte Sisto, l’inferno.
(Illegittimi e illegali) caschi, passamontagna, scudi, petardi e bombe carta da un lato; (legittimi e legali) manganelli e lacrimogeni dall’altra. Guerriglia. Sul tema, fortunatamente, s’è già detto tutto e il suo contrario. Anzi, no. Un piccolo, modesto contributo.
Caschi, passamontagna, scudi, petardi e bombe carta, dicevamo. Già, scudi. Espressione di una tecnica militare: prima linea a tentare di sfondare, con i medesimi, seconda intenta a lanciare oggetti e artifizi pirotecnici alle malcapitate ‘guardie’. Si dà il caso, tuttavia, che in ogni scudo della prima linea vi sia il titolo di un libro. Libri, sì. D’ogni genere e sorta.
Ecco, una ‘policy’ simile, ai nostri occhi, appare (eufemisticamente) intollerabile. Libro è scoperta. Piacere. Apertura verso l’universo. Esaltazione del dubbio. Sempre e comunque e a tutti i costi. Eppure, sul lungotevere dei Vallati, viene utilizzato alla stregua di arma contundente.
Chi scrive, inoltre, non può esimersi dal notare che, come da foto, uno dei testi sia ‘Il Dizionario dei Sinonimi e dei Contrari’. Un ‘libro’ letteralmente divorato, sempre dall’autore di quest’articolo, nel corso della sua ordinaria pre-adolescenza. Il perché è presto detto, in re ipsa. Nuovi mondi finora inesplorati. Nuove parole.
E allora? Be’, siamo nel campo dell’ovvio. Scontratevi pure, inscenate ad libitum questa insensata e indegna guerra contro lo Stato e le Forze dell’Ordine – classe lavoratrice, la sinistra non lo dimentichi mai –, ma non usate libri. Siano intonsi, i vostri scudi. Immacolati. Rappresentino al meglio il vostro nichilismo. Perché la lettura, tranne in rarissime circostanze, ne è l’esatta antitesi.
Insomma, questa si chiama appropriazione indebita. Il peggiore, tra i delitti.