Evacuato Ospedale di Amandola, indagine a Macerata sui crolli
06 Novembre 2016
Sia pur inagibile dopo la scossa del 30 ottobre, dai tecnici dell’Università di Pavia e’ arrivata una doccia fredda sulla classificazione dei danni e quindi l‘ospedale di Amandola (Fermo) e’ stato evacuato “di tutte le sue attività”. I degenti erano già stati trasferiti a Fermo e Ascoli dopo il sisma del 24 Agosto, ma tutti i sindaci del comprensorio dei Sibillini martoriato dal terremoto sono rimasti in difesa del loro ospedale, e in questi mesi guidati proprio dal primo cittadino di Amandola, Adolfo Marinangeli, hanno fatto quadrato contro ogni possibile delocalizzazione, puntando sulla riqualificazione dell’unico presidio sanitario della zona. Entro metà Novembre secondo i piani sarebbero stati ristrutturati i reparti degenza di chirurgia e medicina, mentre era regolarmente in funzione il pronto soccorso, le diagnosi e gli ambulatori. Adesso si tratta di capire cosa fare, come ha spiegato il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli: se ristrutturare o demolire e ricostruire tutto dipende dal tipo di danno strutturale subito. Cosa sia piu’ conveniente lo stabiliranno le schede dei danni. Al momento si ‘riposiziona’ all’esterno la struttura con tendoni e moduli: verrà montata una tensostruttura per il pronto soccorso e il ricovero delle ambulanze, mentre dalla Protezione Civile sono in arrivo 4 moduli per allestire gli ambulatori, la diagnostica, il laboratorio analisi e la radiodiagnostica più ecografia. A Settembre, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Ascoli per disastro colposo a carico di ignoti, i carabinieri avevano acquisito documenti sui lavori che negli ultimi anni hanno interessato l’ospedale, anche dopo il sisma del 1997 (gli ultimi interventi nel 2014). L’anomalia più rilevante, emersa già prima della scossa di ottobre, è che, a fronte di una struttura in cemento armato, che ha tenuto, sono caduti i divisori: una circostanza anomala per una struttura strategica come un ospedale.
Il pm Umberto Monti ha disposto l’acquisizione di tutti i documenti relativi agli appalti e alle ditte che hanno eseguito i lavori, la storia dell’immobile, dei finanziamenti erogati. All’opera. però, c’è anche la magistratura di Macerata che vuole far luce sul crollo del campanile della Chiesa di Santa Maria in Via a Camerino, restaurato dopo il sisma del ’97 e precipitato con le scosse del 26 ottobre scorso su una palazzina di via San Giacomo, abitata da alcune studentesse che per fortuna si erano già messe in salvo. Il reato ipotizzato dal procuratore Giovanni Giorgio, sempre a carico di ignoti, e’ crollo colposo aggravato. Ma l’indagine e’ destinata ad allargarsi ai lavori eseguiti sulla trentina di scuole e le decine di municipi del Maceratese inagibili, in molti casi ‘miglioramenti’ sismici finanziati con i fondi della ricostruzione di 19 anni fa. Un’inchiesta analoga e’ in corso presso la procura di Ascoli Piceno sui danni del terremoto di agosto nel Piceno, dove ci sono state 51 vittime. Ad oggi intanto e’ di 25.440 il numero dei terremotati assistiti in tutte le Marche. Giudici al lavoro e progetti per il futuro: ”La ricostruzione del centro Italia colpito dal sisma conoscerà lo stesso riscatto che ha avuto Pompei”, ha detto il ministro Dario Franceschini