Evade e poi si costituisce l’imprenditore Danilo Coppola

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Evade e poi si costituisce l’imprenditore Danilo Coppola

06 Dicembre 2007

Danilo Coppola aveva lasciato furtivamente l’ospedale di Frascati, dove era ricoverato dal 3 dicembre in stato di custodia cautelare.

Per alcune ore non ha fatto avere notizie di sé, mettendo in ansia i familiari. Poi ha dato sue notizie rilasciando un intervista telefonica a Sky tg24.

Dopo che il suo difensore gli aveva comunicato che il Tribunale di Roma (dove è imputato di bancarotta fraudolenta) non gli aveva concesso la libertà come aveva chiesto e che, secondo una perizia, le sue condizioni di salute sono compatibili con lo stato di detenuto, l’imprenditore ha deciso di far sentire la propria voce in questo modo.

“Questa mattina – ha detto – ero in ospedale, mi sono staccato le macchine e volevo rilasciare un intervista prima che mi riprendessero, tra l’altro dovrei anche essere operato di cuore questo pomeriggio e volevo rilasciare quest’intervista perchè mi sento vittima”.

“Questa è una lotta di classe – ha aggiunto l’immobiliarista – non sono perseguito per i reati eventualmente commessi, che sono eventuali reati fiscali per cui io mi sono sempre detto disposto a pagare ed ho gia’ pagato tra l’altro una ventina di milioni di euro di tasse”.

Però, ha aggiunto, “questi sono stati presi come atti di gestione: il fatto che io abbia pagato le tasse, quindi, è stata una cosa negativa. Se non avessi pagato – conclude – forse lo sarebbe stata ancora di più, siccome ho pagato, il pm si è inventato che io ancora gestisco pagando il fisco”.

Per la Procura di Roma era ufficialmente un latitante e sulle sue tracce si erano messi già Polizia e Carabinieri. Il suo legale, con il quale ha avuto contatti telefonici, l’ha convinto però a costituirsi. Nel presto pomeriggio si è presenato spontanemanete alla polizia.

L’immobiliarista, protagonista delle scalate Antonveneta e Bnl e arrivato a sfiorare il 5% in Mediobanca, era stato arrestato il primo marzo dal Nucleo speciale Polizia valutaria della Guardia di Finanza di Roma con l’accusa di bancarotta, riciclaggio e altri reati. A disporre l’arresto, di fronte a un buco di 130 mln di euro, il gip del Tribunale di Roma Maurizio Caivano. Nel corso di quella operazione, a testimonianza dello spazio che si era ritagliato nel panorama finanziario italiano, sono stati sequestrati titoli per un totale di 70 mln di euro.

Una parabola, quella di Coppola, che dopo diversi momenti di gloria apparente viveva una fase discendente almeno dall’estate del 2006. I primi seri guai giudiziari arrivavano, infatti, con le indagini aperte dopo l’assalto ad Antoveneta da parte di Bpi e del tentativo di scalata a Rcs di Stefano Ricucci.

In particolare Coppola, secondo la Procura di Milano, faceva parte dei cosiddetti concertisti, ossia degli alleati occulti di Fiorani e della sua Banca Popolare Italiana nella torbida scalata della banca padovana.

Ma anche la Procura di Roma, da tempo, aveva messo nel mirino l’attività e il patrimonio dell’immobiliarista, gestito attraverso una complicatissima rete societaria fatta soprattutto di scatole cinesi. La mappa delle società riconducibili a Coppola è infatti piuttosto fitta.

Coppola aveva creato un impero che voleva nobilitare attraverso partecipazioni finanziarie prestigiose e lo sbarco in grande stile nel mondo dell’editoria, con l’acquisto del quotidiano “Finanza e Mercati”.

L’immobiliarista era salito alla ribalta durante lo scontro per il controllo della Bnl fra il Patto di Sindacato che vedeva schierati Bbva, Della Valle e Generali e il Contropatto guidato da Francesco Gaetano Caltagirone e che, oltre allo stesso Coppola , riuniva altri soci fra cui i “colleghi” Stefano Ricucci e Francesco Statuto.

Il legame di Coppola con la Bnl risaliva però a due anni prima, quando il suo nome, fino ad allora conosciuto soprattutto in ambienti romani, con l’acquisto del 3% della banca romana entrava di diritto nel circolo sempre meno ristretto della finanza che conta.

L’ingresso nel capitale della banca di Via Veneto e’ datato settembre 2003. Una presenza, la sua, da subito ingombrante. L’immobiliarista chiedeva immediatamente un posto in cda, provocando uno scambio polemico con il management dell’istituto di credito.

Coppola metteva da subito in chiaro che voleva contare e che, da allora, non avrebbe più smesso di far parlare di se’.

Accostato da sempre all’altro “furbetto del quartierino”, Stefano Ricucci, l’immobiliarista ne aveva preso le distanze quando il vento era iniziato a cambiare, stigmatizzando pubblicamente il tentativo di scalata al Corriere della Sera dell’amico-rivale.

Coppola continuava a tirare dritto per la sua strada. Ogni suo sforzo pubblico era teso, infatti, a ripulire la sua immagine da un passato spesso poco chiaro.

In questa ottica, arrivavano l’acquisto del 5% di Mediobanca e una serie di ‘colpi’ nel settore immobiliare che lo portavano fino all’acquisto di Ipi dal gruppo Zunino.

L’incursione nel capitale di Piazzetta Cuccia, forse l’acquisizione più clamorosa della sua carriera, proprio nei giorni precedenti all’arresto registrava una rapida ritirata: arrivato a sfiorare il 5% (4,68%) è poi sceso al 2,17% il 28 febbraio, fino a uscire del tutto dal capitale.

Altre partecipazioni eccellenti sono quelle del 2,5% della Roma, societa’ al cui riassetto l’immobiliarista ha contribuito anche con l’acquisto da Franco Sensi dell’Hotel Cicerone. Un interesse quello per il calcio che, almeno in una prima fase, sarebbe potuto diventare piu%27 consistente. L’immobiliarista aveva commissionato anche uno studio di fattibilita’ per l’acquisizione della societa’ di Trigoria.

Consistente anche l’attività nel settore alberghiero. Nel settore, una acquisizione dietro l’altra, con il fiore all’occhiello del Daniel’s di via Frattina, a due passi da Piazza di Spagna a Roma.

Altra passione, nella vita nel complesso abbastanza riservata di Coppola, è la barca. Era con il suo 27 metri che, nelle caldi estate sarde, si concedeva brevi parentesi mondane.