Expo 2015. Prodi: “Troppe liti tra cinque strutture di potere”

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Expo 2015. Prodi: “Troppe liti tra cinque strutture di potere”

03 Giugno 2009

"Io nel comitato d’onore dell’Expo 2015? Veramente, pensavo di esserci già da almeno un anno, da quando Milano la spuntò su Smirne grazie a un grande gioco di squadra del sistema-Italia. Da allora però, mi pare che la situazione si sia a dir poco aggrovigliata e all’estero se ne sono accorti". È quanto afferma in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex premier Romano Prodi, a proposito dell’annuncio, fatto ieri a Parigi all’assemblea generale del "Bureau International des Exposition", dal sindaco di Milano Letizia Moratti sulla presenza di Prodi e D’Alema nel comitato d’onore dell’Expò.

Prodi ricorda di essere entrato "con grande piacere a far parte del comitato, lo ritenevo mio dovere visto il ruolo di rilievo svolto per raggiungere un esito tutt’altro che scontato grazie a quello che fu davvero uno sforzo comune, aldilà degli schieramenti". Ma Prodi fa sapere di "non aver più avuto notizie né alcun aggiornamento su lavori" dopo la vittoria di Milano alla cui affermazione aveva partecipato come presidente del Consiglio.

Ora però "la questione non è il comitato d’onore, ma un percorso condiviso che consenta di rilanciare soprattutto dal punto di vista dei contenuti, un evento di tale portata". Cosa che, commenta, "purtroppo per il momento non mi pare all’orizzonte".

"Attorno all’Expo – prosegue – sta andando in scena una lite continua tra cinque strutture di potere", che secondo fonti citate dal quotidiano sarebbero il sindaco Moratti, il governatore Formigoni, settori della Lega, di Pdl e del governo. Per questo "la macchina non si è ancora messa in moto".

Prodi assicura che non sta sparando a zero ora che è fuori dalle stanze dei bottoni: "Proprio il contrario anche perché è un fatto che riguarda l’interesse nazionale e il mio augurio è che tutti i soggetti interessati raggiungano al più presto un’intesa". In ogni caso, non si è perso troppo tempo: "Si può ancora recuperare. È come per la Nazionale di calcio: litighiamo, ci scanniamo, ma alla fine noi italiani ce la facciamo a vincere il Mondiale", conclude Prodi.