Expo e Fiera, due nodi milanesi da sciogliere in un colpo solo

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Expo e Fiera, due nodi milanesi da sciogliere in un colpo solo

23 Marzo 2009

 

Osservando da Roma le cose milanesi sorge una qualche preoccupazione. L’articolo di oggi di Alberto Statera sulla vicenda dell’Expo è un po’ la solita cosa alla Repubblica: il cattivo Salvatore Ligresti, i malvagi ciellini, le trame sulla città. Resta il fatto, però, che a un anno di distanza l’organizzazione complessa di una manifestazione come Expo 2015 non è ancora partita e su questo punto dolente sentiremo battere ancora a lungo.

Su questo giornale Lodovico Festa ha tenuto una bella rubrica dedicata proprio all’Expo e alle varie partite di potere che si sono giocate con diverse fortune attorno ad esso. E, non fosse che per questo, ci sentiamo in obbligo di tenere desta l’attenzione dei nostri lettori su quel fronte.

A questo poi si aggiunge un altro fronte polemico legato alla Fiera Milano, animato da articoli di imprenditori solitamente pacati come Michele Perini, presidente della Fiera spa cioè quella che fa leesposizioni, che se la prendono con toni molto sopra le righe con Luigi Roth, il presidente della Fondazione Fiera un po’ la holding della spa e la protagonista di quella specie di miracolo che è stata la costruzione del polo fieristico di Rho e Pero.

Come mai la Milano che è stata protagonista della nuova Fiera, della nuova Scala e anche della conquista dell’Expo 2015, si è attorcigliata in tante contraddizioni? Emma Marcegaglia e Diana Bracco hanno detto, a proposito della Fiera, che bisogna dare spazio agli imprenditori nelle guida della società. Per la verità a Milano spazio gli imprenditori ne hanno molto a iniziare dal sindaco Letizia Moratti. Forse bisognerebbe riflettere su come utilizzare questo spazio. Magari coinvolgendo le varie forze della città, dando rilievo ai manager più capaci: come d’altra parte si fa anche in un’azienda che vuole avere successo. E come peraltro è stato fatto nei periodi più recenti a Milano e in Lombardia con grande ammirazione da parte di tutta l’Italia.

Non è nostro compito, così lontani come siamo, dare consigli, ma di fronte a una situazione in cui vi sono due situazioni di emergenza, la Fiera e l’Expo, forse varrebbe la pena di trovare una soluzione che risolva entrambi i corni del dilemma: utilizzare per l’esposizione internazionale Roth e la sua squadra che ha costruito in trenta mesi il nuovo polo fieristico. E mettere alla testa di Fiera spa, che è un’impresa che vive innanzi tutto grazie alle associazioni industriali, un imprenditore ma di prestigio, di primo piano come Diana Bracco che sta per lasciare Assolombarda. Puntare al meglio è l’unica via per non infilarsi nei giochini di potere e non ridursi a premiare uomini minori ma utili nel consolidare le influenze personali. E’ la via per fare scelte all’altezza di Milano e che aiutino tutta l’Italia, compresi noi romani.