F1. Roma è già in pole position ma la gara è tutta in salita
15 Maggio 2009
Sembrano avvicinarsi a grande velocità verso Roma le monoposto di Formula 1. Attenendosi a quanto proclamato nei vari annunci di questi giorni, tra un pit stop e l’altro, dovrebbero arrivare nella capitale nel 2012. La parte tecnica, riguardante lo studio di fattibilità del circuito che dovrà sorgere, appare risolta. Proprio ieri il documento è stato consegnato al sindaco Gianni Alemanno. Tutto l’iter si può sintetizzare in un “Si può fare” pronunciato dal senatore del Pdl Andrea Augello, incaricato della stesura.
La pista che verrà dovrebbe misurare 4.669 metri e sarà percorribile in un tempo di un minuto e 34 secondi ad una velocità media sul giro stimata in 177 km/h. Diversamente da quanto deciso in un primo progetto non interesserà la Cristoforo Colombo ma si snoderà nella parte nord dell’Eur, quella che mostra l’architettura razionalista, dal Palazzo della Civiltà del Lavoro al Palazzo dei Congressi e al Palasport, oltre alla nuova architettura con la Nuvola di Fuksas, ora in fase di realizzazione.
Il ritorno economico sarebbe coperto dai numeri di questo sport, che insieme al calcio e alle olimpiadi è tra i più seguiti. 600 milioni di telespettatori a Gran Premio, sparsi in 188 nazioni. Secondo Alemanno oltre un miliardo di euro all’anno di ricaduta economica, 160 milioni di euro di investimenti privati per la prima edizione, 9.800 nuovi posti di lavoro, 324mila turisti per un totale di oltre un milione e 300mila presenze, 18 paesi coinvolti nell’offerta turistica, 33 mesi di promozione sul web.
Non c’è ancora nulla di certo comunque, in lizza con Roma anche Pechino, Londra, Parigi e Mosca. Nel frattempo si incassa il si del presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo che, per bocca di Maurizio Flammini, presidente di Federlazio e promoter del progetto Formula 1 a Roma, intervenuto in Campidoglio alla presentazione del progetto di pre-fattibilità del Gran Premio ha fatto sapere che manderà la sua squadra all’Eur perchè vuole imparare bene il circuito e vincere.
Anche gli sport rivali apprezzano l’iniziativa: “Ho accolto con entusiasmo la notizia che una gara di Formula 1 possa arrivare anche a Roma. I circuiti cittadini hanno un fascino particolare e correre a Roma credo sia straordinario”. Il capitano e simbolo della Roma calcistica, Francesco Totti, commenta così l’ipotesi. ”Tutte le grandi manifestazioni sportive, come i Mondiali di nuoto di quest’anno, non fanno che aggiungere prestigio alla nostra città e sono sicuro che saremo all’altezza dell’importanza dell’evento”. Si è unito pure Massimiliano Fuksas, architetto di fama internazionale “Facciamolo questo Gran Premio di Formula 1 a Roma: dura tre giorni, e non tutto l’anno. È anche interessante: basta col dire no a tutto.
Praticamente un successo annunciato, ma allora, chiediamo, perché nessuna capitale europea ha presentato un progetto concreto? Sembra strano che un tale business non abbia generato la più classica delle corse all’oro. Sarà forse perché oltre gli squilli di tromba e le luci sfavillanti ci sono una serie di controindicazioni che non sembrano interessare il carrozzone dei f1-entusiasti.
Prima di tutto per sostenere questi 3 giorni di gara verrebbero aperti decine di cantieri, con una durata variabile tra l’anno e l’indeterminato. I disagi per gli abitanti, compressi in code chilometriche o svegliati dal rumore di lavori per lunghi periodi, pongono un primo ostacolo, almeno sociale. Immaginare una Ferrari che compie un sorpasso sotto il “Colosseo quadrato” dell’Eur è suggestivo, ma è quasi inutile ricordare che circa 2 giorni fa la casa di Maranello ha annunciato l’intenzione, dal 2010, di abbandonare il mondiale di F1. Al di là della propaganda, e del bellissimo filmato virtuale di presentazione del circuito, si dovrebbero chiarire prima altre situazioni, senza sfruttare marchi di cui non si può assicurare la presenza.
C’è poi un problema “politico”, ovvero la presenza, sempre sul territorio italiano, di uno dei circuiti più belli e veloci del mondo, Monza. L’arrivo di un avversario, per questa pista che ha scritto pagine di storia automobilistica, significherà il ridimensionamento degli introiti e quindi una possibile crisi da cui sarebbe difficile uscire.
Infine, i benefici economici. A fronte di investimenti esteri e privati ci dovrà essere anche un impegno pubblico, ma il bilancio della Capitale, come Alemanno stesso ha ricordato più volte, è disastrato. Purtroppo i “pagherò” non sono più consentiti, e i soldi dovranno saltare fuori.
Rimaniamo in attesa, cercando di captare il rumore dei motori che si avvicinano, anche se, tra un pit stop e l’altro, arriveranno più tardi del 2012 o non arriveranno mai.