Facebook sempre più aggressivo, chiusi 30mila account in Francia prima delle elezioni

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Facebook sempre più aggressivo, chiusi 30mila account in Francia prima delle elezioni

14 Aprile 2017

Facebook, il colosso dei social media, ha sospeso 30mila account francesi a un tiro di schioppo, dieci giorni, dal primo turno delle elezioni presidenziali, motivando la decisione come una mossa necessaria a contenere l’aumento di fake news, disinformazione e spam sulle sue pagine. Il gigante di Internet mostra il suo volto più aggressivo e se la prende con gli account accusati di violare i termini del servizio. Si tratta in realtà di una mossa che Facebook fa per allisciarsi Bruxelles e molti governi europei che stanno mettendo a punto leggi e dispositivi per rimuovere quella che viene giudicata propaganda estremista, o per bloccare contenuti inneggianti all’odio sul web. O più semplicemente per far scivolare nella parte bassa delle vostre bacheche notizie ‘scomode’ e non allineate al pensiero unico del politically correct.

Anche Twitter e YouTube – quest’ultimo proprietà di Google – insieme a Facebook hanno intensificato gli sforzi per bloccare le “fake news” prima delle elezioni in Francia e in Germania. Facebook ha anche preso accordi con diverse ong e gruppi di “fact-checkers”, controllori, chiamiamoli così, di notizie per contrastare la diffusione delle notizie bufala, anche se non è chiaro sulla base di quale criteri i partner di Facebook possano giudicare una notizia “fake” o meno. Nei giorni scorsi, Facebook ha anche acquistato una pagina nei più grandi giornali tedeschi per “educare” i lettori a individuare le fake news.

Come per la storia degli hacker russi che avrebbero influenzato la campagna elettorale Usa facendo vincere Donald Trump, una vicenda orchestrata ad arte dai grandi media globali per delegittimare il nuovo presidente americano, anche per Francia e Germania si parla di presunte influenze di Mosca su Internet in grado di ‘influenzare’ il voto. Ma la mossa di chiudere, di colpo, 30mila profili lascia pensare che Facebook voglia limitare la crescita delle notizie che riguardano Marine Le Pen, e dunque di contenere la crescente popolarità assunta dalla leader della destra francese negli ultimi mesi, barattando, in soldoni, il proprio buon nome davanti agli alti papaveri di Bruxelles in cambio di una stretta sulla libertà di espressione.