Fading Gigolò, due imbranati che cercano di cavarsela
27 Aprile 2014
Il titolo originale del film, Fading gigolo, contiene l’idea di un gigolò un po’ imbranato per via dell’inesperienza ma desideroso, per bisogno, di racimolare qualche soldo grazie al “mestiere più vecchio del mondo”, come dice il protagonista usando l’espressione italiana.
Fioravante e Murray (John Turturro e Woody Allen) sono due amici in difficoltà economiche. Il primo si arrangia facendo vari mestieri, l’altro, che non se la passa bene perché ha chiuso da poco la propria libreria, gli propone di soddisfare donne ricche e insoddisfatte in cambio di denaro. Nasce così uno strano sodalizio in cui Woody Allen, come sempre buffo e verboso, procura contatti a un John Turturro di poche parole ma di grandi abilità amatorie.
Sulla base di questo soggetto si sviluppa un film garbato e mai volgare col quale si raccontano alcune solitudini e si offre uno sguardo sulla città di New York popolata da diverse etnie e culture. John Turturro è qui alla sua quinta regia e si ritrova a dirigere Woody Allen che, a sua volta, lo aveva diretto nel lontano 1986 in Hannah e le sue sorelle. Il sodalizio funziona bene, si percepisce la stima e la simpatia reciproca dei due artisti che giova ampiamente al film risultando ironico e piacevolissimo.
Non siamo davanti a un capolavoro, ma l’insolita commedia erotica di Turturro offre risate e qualche spunto di riflessione. Il protagonista è un gigolò atipico che si accosta alle sue clienti gentilmente, con la consapevolezza di offrirsi a creature vulnerabili alla ricerca di attenzioni e non solo di sesso. E anche Woody Allen svolge il ruolo di “pimp” (pappa) in modo originale: i suoi monologhi sono brillanti e i tentativi di promuovere i servizi dell’improvvisato “escort” risultano alquanto comici.
Alzano la temperatura del film due bellissime donne, Sharon Stone e Sofía Vergara, che recitano la parte delle ricche e spregiudicate clienti, esigenti eppure comprensive quando il nostro gigolò fa cilecca perché emotivamente distratto da una bella vedova ebrea ortodossa (Vanessa Paradis). Si tratta di una relazione castissima fatta solo di sguardi e di promesse che si esaurirà nel breve spazio di qualche occasione perché la donna è troppo legata alla sua cultura e al suo mondo per riuscire ad avere una relazione al di fuori della sua comunità, ma il loro incontro servirà a rompere l’isolamento in cui si trovavano entrambi in una metropoli che pullula di gente ma dove difficoltà e solitudini possono essere feroci.
Completa questa elegante pellicola una scelta di canzoni romantiche di ottimo livello, tra cui un’inedita Tu si’ ’na cosa grande di Domenico Modugno e Roberto Gigli, cantata da Vanessa Paradis.