“Famiglia Cristiana” punta il faro sulla Finanziaria

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“Famiglia Cristiana” punta il faro sulla Finanziaria

02 Ottobre 2007

La Finanziaria 2008: un “importante risultato politico” per il premier Romano Prodi, un documento con “diversi punti significativi”, che però non tocca la “questione famiglia”: è quanto osserva Famiglia cristiana sulla Manovra.

Nella Finanziaria 2008, insomma, non si riesce a rintracciare quella “centralità della famiglia che pure era stata affermata e sostenuta nella Conferenza governativa di Firenze sulla famiglia a fine maggio 2007 (solo cinque mesi fa!), che era stata invocata a gran voce dal popolo del Family Day”.

Il settimanale cattolico, nel numero in edicola da domani, segnala aspetti significativi: “dal cospicuo pacchetto di incentivi e agevolazioni alle aziende all’impegno di riduzione dei costi della pubblica amministrazione, dalle riduzioni dell’Ici ai rimborsi per le spese scolastiche, dal maggior finanziamento del cinque per mille a favore del terzo settore fino agli interventi di restituzione per le famiglie piu’ povere e per gli incapienti”.

E plaude al tanto atteso “piano casa” che “dovrebbe almeno sbloccare una situazione ferma per troppi anni”. Emerge dunque “una manovra giocata su tre direttrici: sostegno al sistema economico, riduzione dei costi della pubblica amministrazione (e della politica, almeno in linea di principio), interventi mirati di contrasto alla povertà”.

Poi l’appunto: “Si può però da subito rilevare la mancanza di una prospettiva, di una parola, di un punto di vista che tanto ha invece segnato il dibattito sociale e politico del nostro Paese nel 2007: la questione famiglia. Tanti erano i punti di possibile valorizzazione di una prospettiva familiare, che potevano qualificare la manovra come a misura di famiglia; sarebbe bastato per esempio ipotizzare che le riduzioni dell’Ici venissero attuate non solo sulla base del reddito, ma anche – e forse soprattutto – tenendo conto delle dimensioni del nucleo familiare, perché è chiaro che il bene casa ha valore diverso per chi vive da solo, o in coppia, e per chi abita gli stessi metri quadrati con due o tre figli; oppure sarebbe bastato introdurre un fattore di equità orizzontale in ambito fiscale, destinando la redistribuzione fiscale anche sulla base dei carichi familiari, perché è diverso disporre di 40 mila euro annuali da soli, in qualità di single, oppure con moglie e tre figli a carico. È pur vero che alcuni interventi generano inevitabilmente un beneficio alle famiglie (come ad esempio le politiche della casa, un sistema economico più efficiente, la stessa diminuzione del debito pubblico), ma manca un punto di vista unitario, manca cioé quella specificità familiare che è l’unico vero presupposto per parlare di reali politiche familiari”.