Fao: anche Mugabe a Roma, il summit degli scontri

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Fao: anche Mugabe a Roma, il summit degli scontri

02 Giugno 2008

 Come ogni vertice su territorio Onu, anche il summit per l’emergenza alimentare che comincerà domani a Roma raccoglie la sua quota di nomi controversi; già si attendeva il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ieri sera è giunto a Roma il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe. E in patria, dove si attende con ansia il ballottaggio presidenziale, intanto è stato arrestato uno dei leader dell’opposizione.

La presenza di Mugabe su suolo romano provoca forse più imbarazzi di quella dell’iraniano, perchè dal 2002, data della sua ultima contestatissima rielezione, il padre padrone dello Zimbabwe è sottoposto a diverse sanzioni internazionali che includono il divieto di viaggiare nei paesi Ue salvo deroghe puntuali. E’ così che ha partecipato nel dicembre 2007 al vertice Africa-Ue di Lisbona che rischiava altrimenti il fallimento, poiché numerosi paesi africani e l’influente Sudafrica in prima fila difendevano la legittimità di Mugabe, considerato al di là dei suoi torti un eroe della cacciata dei colonialisti dall’Africa.

Ieri però, secondo i suoi avvocati, uno dei leader dell’opposizione Arthur Mutambara è stato arrestato a Harare con l’accusa di aver "pubblicato delle bugie". Alla vigilia, la polizia aveva vietato due raduni dell’opposizione. Mutambara sostiene il leader storico dell’opposizione Morgan Tsvangirai, capo dell’Mdc (Movimento democratico per il cambiamento), che si scontrerà con Mugabe al secondo turno delle presidenziali, il 27 giugno. Anche questo ballottaggio è contestatissimo: l’Mdc lo ha accettato dietro pressioni internazionali, ma Tsvangirai era in vantaggio al primo turno e a suo dire aveva oltrepassato il 50%.

Mutambara sarebbe accusato di aver "pubblicato in aprile delle menzogne e aver oltraggiato la magistratura" in un articolo. Ex leader studentesco, era stato eletto in febbraio a capo di una frazione scissionista dell’Mdc, ma in parlamento si è nuovamente alleato al partito.

Dopo le elezioni politiche del 29 marzo, che hanno coinciso con il primo turno delle presidenziali, l’Mdc e la frazione di Mutambara assieme hanno la maggioranza in parlamento (109 seggi su 210), per la prima volta nella storia dello Zimbabwe indipendente. Il regno di Mugabe potrebbe concludersi a fine giugno. Il regime che negli ultimi dieci anni ha portato alla rovina l’economia un tempo fiorente del grande paese sta tentando una resistenza che però non ha, adesso, l’appoggio pieno dei paesi vicini. A Roma, Mugabe potrebbe essere alla sua ultima uscita internazionale.