Farmacisti, a Gorizia c’è un giudice che dichiara non punibile l’obiezione di coscienza

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Farmacisti, a Gorizia c’è un giudice che dichiara non punibile l’obiezione di coscienza

20 Dicembre 2016

Il Tribunale di Gorizia dopo un’accurata e attenta istruttoria dibattimentale, in cui io e il bravissimo collega Marzio Calacione abbiamo presentato gli argomenti della difesa, anche valendoci del contributo scientifico e bioetico del prof. Bruno Mozzanega e del dott. Renzo Puccetti – ha felicemente deciso lo scorso 15 dicembre 2016 di prosciogliere la farmacista da ogni accusa, ritenendo il suo comportamento di speciale tenuità e dunque tale da escludere la punibilità.

Siamo ansiosi di leggere le motivazioni della sentenza, ma resta un fatto che dovrebbe interrogare in primo luogo i legislatori e i responsabili degli ordini professionali: è stato necessario che una donna, una madre di famiglia, accettasse di passare sotto le forche caudine di un processo penale, per richiamare a tutti noi un principio tanto elementare quanto ideologicamente contestato: il diritto alla libertà di coscienza e alla libertà di religione è incomprimibile e inalienabile in ogni ordinamento che voglia definirsi autenticamente democratico”, commenta l’avvocato Pillon. 

Per poi aggiungere, “Certo se avesse venduto quella pillola avrebbe evitato tante sofferenze per sé e per i propri familiari. Ma il suo gesto immensamente coraggioso ha avuto il potere di ricordare a tutti che quando è in gioco anche solo il dubbio circa la soppressione di una vita umana innocente, nessuno può essere coartato ad andare contro la propria coscienza e la propria fede. Spetterà alle autorità preposte approvare norme che organizzino il servizio pubblico tenendo conto di questo inalienabile diritto”.

Ma andiamo con ordine. Ricostruiamo la vicenda che ha fatto festeggiare l’avvocato Pillon famoso per le sue battaglie in difesa di vita e famiglia.  Era il giugno 2013 quando una coppia si era rivolta al pronto soccorso per chiedere un intervento, un tantino fuori tempo massimo, dopo aver avuto un rapporto non protetto. Muniti di ricetta per la somministrazione di un preparato ormonale post-coitale, si erano recati in farmacia. Ma lì, avevano trovato l’opposizione della farmacista di turno, “Non somministro prodotti potenzialmente abortivi perché sono obiettore di coscienza“. Però vi lascio l’indirizzo di una farmacia qui vicino, che pure effettua il turno notturno e dove potrete acquistare quello che cercate”. 

La risposta non è stata però troppo gradita ai due che, indispetitti, invece di recarsi in farmacia, hanno preferito rivolgersi ai carabinieri. La storia non si è fermata lì perché la Polizia municipale ha pensato bene di denunciare l’accaduto, da cui il procedimento penale e la sentenza pronunziata nei giorni scorsi. L’avvocato Simone Pillon del Foro di Perugia  ha difeso la dottoressa ottenendo la sua assoluzione.