Fatima come Hina: da noi si usa così
03 Agosto 2007
di redazione
Forse anche Hina Salem è stata uccisa per il suo bene. La
giovane pachistana di 22 anni a cui il padre, lo zio e il cognato hanno
tagliato la gola, poteva finire peggio agli occhi dei suoi parenti: poteva innamorarsi
di un ragazzo italiano e vivere liberamente la sua vita.
Neppure la madre,
Bushra, ha versato un lacrima per lei: “non
era una buona pachistana. Mio marito l’ha uccisa, da noi si usa così”, ha detto
alla polizia quando è stata interrogata.
Adesso che, a quasi un anno da quell’omicidio che fece
inorridire anche i più tenaci tra i relativisti nostrani, la Corte di
Cassazione ha aperto la strada al delitto “per il bene” della vittima, i parenti di Hina potrebbero rivedere la loro strategia di difesa. Intanto se ne sono giovati i genitori di Fatima, una giovane maghrebina
che vive a Bologna, che sono stati assolti dalle accuse di maltrattamenti, violenze
e sequestro di persona per le quali i giudici di primo grado li avevano
condannati.
Secondo la Cassazione, i genitori di Fatima la tenevano
legata per evitare che si suicidasse e dunque per il suo bene. Ma Fatima
cercava la morte perché la famiglia la picchiava e la segregava per impedirle
di vivere la vita che aveva scelto, vedere i suoi amici italiani, vestire all’occidentale.
Esattamente come Hina. Ma secondo la corte i maltrattamenti “non erano un’abitudine
quotidiana” e comunque Fatima veniva punita per “uno stile di vita non conforme
alla loro cultura”, dunque ancora per il suo bene.
E’ una sentenza terribile e foriera delle peggiori
conseguenze. Non è più la legge, lo stato di diritto, le nostre consuetudini e
tradizioni a stabilire quale sia il bene dei cittadini. No, secondo la Corte, c’è
un “bene” fatto in casa, appannaggio della famiglia e della comunità di
appartenenza che prevale sui diritti personali e sulla propria visione di ciò
che è bene per sé.
Nel ghetto delle comunità etniche, gli immigrati sono dunque
padroni dei loro destini, fuori dall’imperio della legge e possono infliggere
violenza e morte su chi tenta di evadere. Tutto questo con benevolo sigillo
dello Stato italiano.
Fatima tornerà a casa con i suoi aguzzini che continueranno
a picchiarla e legarla contro la sua voglia di vivere. Perché da loro si usa
così, e ora anche da noi.