Federalismo fiscale. Approvazione definitiva della legge in Senato

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Federalismo fiscale. Approvazione definitiva della legge in Senato

29 Aprile 2009

Via libera dal Senato al ddl sul federalismo che diventa legge dello Stato. A favore hanno votato Pdl, Lega e Italia dei Valori. Il Pd si è astenuto e l’Udc ha votato contro. I voti favorevoli sono stati 154, quelli contrari 6 e 87 i voti di astensione.

Con la riforma viene istituita una Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale. Sarà composta da 30 membri tra deputati e senatori e sarà affiancata da un Comitato delle autonomie locali. Il Comitato è composto da 12 membri dei quali 6 in rappresentanza delle regioni, 2 in rappresentanza delle province e 4 in rappresentanza dei comuni.

Al via anche una commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, con il compito di acquisire ed elaborare elementi conoscitivi per consentire all’esecutivo di predisporre gli schemi dei decreti legislativi di attuazione. Ne fanno parte 30 componenti, dei quali 15 rappresentanti tecnici dello Stato e 15 rappresentanti tecnici degli enti territoriali. Partecipano inoltre alle riunioni un rappresentante tecnico della Camera e uno del Senato e un rappresentante tecnico delle Assemblee legislative regionali e delle Province autonome.

Con la nuova legge viene cancellata la riserva di aliquota Irpef tra le fonti che le Regioni utilizzano per finanziare le spese essenziali, sostituita da compartecipazioni ai tributi erariali e, in via prioritaria, al gettito Iva. Sì al Patto di stabilità in sostituzione del precedente Patto di convergenza e via libera all’istituzione di un tavolo confronto nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni tra Governo e singole Regioni a Statuto speciale.

In arrivo norme specifiche per la Capitale: il Consiglio comunale di Roma infatti sarà chiamato "assemblea capitolina" e il suo status sarà regolato da una apposita legge dello Stato. Per il via libera definitivo di Roma città metropolitana, a differenza di quanto accade per le altre, servirà l’accordo tra il Comune e la Provincia. Oltre a quelle attualmente spettanti al comune di Roma, sono attribuite alla Capitale nuove funzioni amministrative: concorso alla valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali, previo accordo con il ministero per i Beni e le attività culturali; sviluppo economico e sociale di Roma capitale con particolare riferimento al settore produttivo e turistico; sviluppo urbano e pianificazione territoriale; edilizia pubblica e privata; organizzazione e funzionamento dei servizi urbani, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità; protezione civile, in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri e la regione Lazio.

Con la riforma viene definito il percorso per l’istituzione di 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. L’iter, che prevede anche un referendum consultivo della popolazione, potrebbe anche portare alla cancellazione delle corrispondenti Province.

Entro due anni saranno emanati i decreti legislativi attuativi. La fase transitoria durerà 5 anni.