Federalismo. Giovanardi: “E’ una strada obbligata”
19 Agosto 2009
di redazione
"Il federalismo fiscale è ormai una strada obbligata sul cui assetto si gioca il futuro dello stato sociale e la tenuta dell’unità nazionale. Un processo ancora tutto da costruire". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, alla Tossicodipendenza e al Servizio Civile Carlo Giovanardi che questa sera ha partecipato al dibattito di apertura della prima edizione ‘La Valle d’Aosta solidale", una settimana nazionale di confronto sui temi del terzo settore, dedicata questa sera al "federalismo prossimo venturo" cui hanno partecipato il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Sergio Chiamparino, Bruno Tabacci, Luciano Violante e il sottosegretario Michelino Davico.
A fare gli onori di casa il presidente del consiglio regionale della Valle d’Aosta, Alberto Cerise, promotore dell’iniziativa che, nel suo intervento ha evidenziato come "il filo conduttore deve essere quello della solidarietà". "La ridefinizione del sistema finanziario – ha detto – deve essere fondato su regole aderenti a principi di eticità che trovano nella solidarietà il suo punto di forza". Secondo Cerise "il federalismo possibile è solo uno, quello fondato su un modello che si basa su un principio più aderente alla sussidiarietà. Non c’è futuro – ha aggiunto – se ispirato a logiche centrifughe".
Per il sottosegretario Giovanardi è un cantiere aperto: "Ma il Parlamento ha detto a larga maggioranza che il federalismo fiscale è una strada obbligata. Siamo in un periodo di passaggio in cui – ha proseguito – non c’è più l’Italia centralista ma l’Italia del federalismo fiscale è ancora da costruire". Il sottosegretario si è quindi augurato che nella legge delega ci sia una particolare attenzione alle politiche famigliari che consenta di guardare al futuro.
Anche secondo il sottosegretario Davico "al di là delle polemiche e delle cronache di questi giorni siamo un paese in equilibrio", ma il cambiamento è necessario. Occorre una forte responsabilizzazione di chi è chiamato a gestire le risorse così come delle diverse competenze che devono fondarsi sul principio "di responsabilità e di rispondenza del proprio operato ai cittadini".
Chiamparino, ha quindi parlato di sfida, "forse l’ultima per ricostruire quello che il Risorgimento non riuscì a costruire. Il federalismo – ha detto – è la sfida ultima per ricostruire lo Stato italiano, a condizione che si accompagni ad un nuovo patto di cittadinanza fondato sulla logica della responsabilità di chi governa ma anche dei cittadini".
Violante ha invece messo in guardia dal rischio di confondere federalismo e separatismo: "Se condotto bene, il federalismo può dar vita ad un nuovo sistema sociale e all’unità d’Italia. Punto d’incontro tra federalismo e solidarietà sono i livelli essenziali dei diritti dei cittadini. Il federalismo è storia antica in Italia occorre capire come va costruito. Non si può tornare indietro".
Unica voce fuori dal coro quella di Bruno Tabacci, secondo il quale il "federalismo di cui parliamo è l’unico che avviene per disgregazione". Secondo Tabacci, occorre pensare invece ad un "federalismo degli Stati Uniti d’Europa". La parola d’ordine per tutti è stata comunque "responsabilità" cui debbono essere chiamati tutti, a qualsiasi livello dal cittadino allo Stato centrale.