Federalismo. Il Pd si astiene al Senato e ritornano le polemiche

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Federalismo. Il Pd si astiene al Senato e ritornano le polemiche

22 Gennaio 2009

L’assemblea dei senatori del Pd ha deciso di astenersi sul voto sul federalismo al Senato. La decisione è stata presa, come ha spiegato la capogruppo Anna Finocchiaro, a "larghissima maggioranza".

Da quello che si è appreso, alcuni senatori si sono pronunciati per il no, a partire da Marco Follini che, nel suo intervento, ha motivato le sue perplessità. Alla riunione era presente anche il segretario Walter Veltroni. "Il lavoro che abbiamo compiuto ha dato i suoi frutti, ha ribaltato il modello del testo al Senato abbandonando la sua impostazione egoistica -ha detto la Finocchiaro- Tutto questo smentisce il clichet di Berlusconi che dipinge un’opposizione esclusivamente rabbiosa, quando la maggioranza è disposta a sedersi al tavolo l’opposizione c’è ed è capace di cambiare il testo".

All’uscita dall’assemblea, Veltroni si è limitato a dire: "Noi facciamo una durissima opposizione di merito alla ricerca quando possibile di convergenze per il bene del paese. La destra non lo fa? Non importa, noi andiamo avanti e non ci sottraiamo alle responsabilità nei confronti del paese". Tra coloro che in un primo momento si erano opposti c’è Vincenzo Vita che spiega la sua decisione di cambiare la sua posizione perché "si tratta di un’astensione di attesa. Rimangono le nostre riserve ma il testo è cambiato e non vogliamo avere una posizione pregiudiziale".

Anche Paolo Nerozzi, ex sindacalista della Cgil, ha tenuto a sottolineare come sia cambiato il "testo che riguarda l’attribuzione delle competenze su Roma Capitale che nella versione originaria non avremo accettato". Si tratta dell’articolo 22 accantonato del ddl che verrà esaminato e votato alle 16 su cui si è trovato un accordo tra maggioranza e Pd.

E’ stata durissima la reazione dal fronte del Pdci. Pino Sgobio, responsabile Mezzogiorno del Pdci, ha gridato vergogna: "L’astensione del Pd al ddl sul federalismo è una vergogna. Con questo voto il Pd decide di sacrificare gli interessi del Mezzogiorno sull’altare di non si sa bene quale inciucio con Pdl Lega". "Altro che innovazione e cambiamento – aggiunge Sgobio – la vergogna è doppia, dal momento che i misteriosi costi di tale operazione si abbatteranno sul bilancio complessivo dello Stato, con notevole danno per la vita quotidiana dei cittadini del Meridione".