Federalismo. Monito dell’Ue: “Coerente sulla sostenibilità conti pubblici”
26 Gennaio 2009
di redazione
Il progetto di federalismo fiscale in Italia deve essere "coerente" con l’obiettivo di finanze pubbliche sostenibili nel medio termine. A quanto risulta a Il Sole 24 Ore Radiocor sarà questa una delle indicazioni contenute nel rapporto comunitario sull’attuazione in Italia della strategia di Lisbona per la competitività. Il documento sarà discusso e approvato mercoledì prossimo dalla Commissione europea.
Nel rapporto sarà indicato come i progressi più "evidenti" nell’economia italiana sono stati compiuti nell’ultimo anno nelle finanze pubbliche in relazione all’aggiustamento di bilancio. L’indicazione generale, che non contiene alcuna novità rispetto alle ultime valutazioni della Commissione europea, è di proseguire nel consolidamento delle finanze pubbliche a medio termine attraverso una riduzione della spesa primaria.
Nel giudizio Ue, Bruxelles chiede a Roma di proseguire con il miglioramento dello stato delle finanze pubbliche, anche alla luce dell’alto debito. Ma i fari sono puntati sulla scarsa produttività del Belpaese: le politiche chiave per aumentarla, sostiene l’esecutivo Ue, consistono in un rafforzamento della concorrenza, meno costi burocratici, miglior funzionamento del mercato del lavoro, Ricerca e Sviluppo.
Servono poi misure di lungo termine per spingere la transizione verso l’economia a bassa emissione di CO2. Bruxelles spiega che nel 2008 sono diminuiti i consumi privati, gli investimenti e le esportazioni. Situazione non è rosea neanche nel 2009, quando dovrebbe aumentare il tasso di disoccupazione. Per contrastare questa tendenza, secondo la Commissione, andrebbe inoltre posto l’accento sulla forza lavoro non utilizzata, in particolare nel Mezzogiorno.
L’approvazione del giudizio sull’Italia era attesa per metà dicembre scorso, ma a causa della crisi economica l’esecutivo Ue ha deciso di rimandarla a fine gennaio per consentire una valutazione approfondita per ciascun paese, sulla base di criteri ben più ampi: macroeconomici, microeconomici e sociali.