Fenomeni editoriali che dalla Barbagia arrivano dritti dritti al Continente

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Fenomeni editoriali che dalla Barbagia arrivano dritti dritti al Continente

22 Febbraio 2009

Anche in una piccola città, appartata su un’isola, c’è spazio per l’editoria di qualità. Nel caso di Nuoro, neppure 40 mila abitanti, negli ultimi anni ben due marchi librari si sono fatti conoscere prima in tutta la regione e poi in continente. Sia Illisso sia Il Maestrale sono riusciti a emanciparsi in breve tempo dal piccolo cabotaggio provinciale o tutt’al più regionale e a diventare presenze non evanescenti nell’orizzonte editoriale italiano.

Illisso, nata nel 1985 con un debole per l’arte, ha forse un côté più sardo, anche se con uno sguardo man mano sempre più interessato a cosa succede al di là dal mare. Il progetto più ambizioso dell’editore nuorese è la collana Bibliotheca sarda, un repertorio monstre che si articola, nelle previsioni, in circa quattrocento volumi. Il passo è scandito da una decina abbondante di titoli all’anno; quota cento è già stata ampiamente superata. La Bibliotheca sarda è un prisma isolano che ospita opere di narrativa (Grazia Deledda su tutti, ma anche Giuseppe Dessì o Salvatore Satta), raccolte di versi (persino in “limba”, cioè in lingua sarda, come nel caso di Montanaru, Peppino Mereu, Salvator Ruju), saggi linguistici, economici o giuridici, cronache di viaggio in Sardegna (è il caso ad esempio di “Mare e Sardegna” di D. H. Lawrence), libri sulle tradizioni popolari. Una collana, insomma, onnivora e curiosa a tutto tondo della “sarditas”.

Un’attenzione, quella per la realtà regionale, che con il tempo non si è accontentata dell’isola. Di qui, il lancio della collana Scrittori di Calabria, gestita in tandem con l’editore Rubbettino che ha sede a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro. Ma il ponte steso verso la Calabria non dovrebbe essere che un assaggio, una sorta di aperitivo in vista di una più allargata Biblioteca delle regioni, un concreto sogno cartaceo che nelle intenzioni dovrebbe avvalersi di collaborazioni con altre vitali e coraggiose realtà editoriali che abbiano un robusto radicamento locale, ma siano giocoforza sprovviste di ubbie isolazioniste. Isolazionismo che Illisso certo non ha. Una convinzione che si rafforza se si sfoglia il catalogo della sua collana Scrittori del mondo in cui accanto ad autori caraibici e africani si nota una curiosità particolare per i narratori arabi. E, in attesa della Fiera del libro di Torino che quest’anno ha scelto come paese ospite d’onore l’Egitto, Illisso ha già dalla sua la pubblicazione di quattro diversi scrittori egiziani, tra cui Sonallah Ibrahim e Radwa Ashur, una delle più note voci femminili della letteratura araba.

Il Maestrale è un editore giusto un po’ più giovane. La sua nascita è datata 1992, ma ha bruciato le tappe. Il marchio nuorese rivolge un occhio attento alle nuove voci narrative sarde. Ma in casa editrice ci tengono a rivendicare che per loro l’isola non è il solo bacino in cui sguazzare. Anzi, l’apertura verso il continente e verso il resto del mondo è, in qualche misura, un imperativo. Ma partiamo dai sardi. Cominciando con “Il viaggio degli inganni”, pubblicato nel 1999, Il Maestrale ha stampato ben quattro titoli di Salvatore Niffoi prima che, con l’uscita presso Adelphi de “La leggenda di Redenta Tiria”, intorno allo scrittore di Orani iniziassero ad agitarsi i turiboli del grande successo. Ma in catalogo ci sono anche altri nomi diventati di cartello o comunque usciti dalla nicchia come quello di Marcello Fois, di Giorgio Todde, di Sergio Atzeni (di cui Il Maestrale ha seguito con particolare affezione gli scritti giornalistici e l’opera in versi) e di Alessandro De Roma, il cui libro “Vita e morte di Ludovico Lauter” è in via di pubblicazione in Francia.

Non soltanto Sardegna, però. Anzi. Il criterio di scelta rivendicato da Il Maestrale è quello della qualità letteraria. Buone storie, ma anche e soprattutto buona scrittura. E, per quello che riguarda la pubblicazione di autori stranieri, non guasta se questi raccontano realtà culturali in qualche maniera marginali, appartate. E’ il caso, ad esempio, del nipponico Eiki Matayoschi di cui Il Maestrale ha pubblicato l’anno scorso “La punizione del maiale”. Un libro in cui si incontra un Giappone che spariglia rispetto a quella scenografia metropolitana che ha un sostanziale monopolio nella narrativa del Sol Levante più conosciuta dalle nostre parti. Con questo Giappone ha infatti ben poco a che vedere la Okinawa di Matayoshi. Senza contare che il contesto isolano okinawese riecheggia esoticamente l’insularità della Sardegna.

Il percorso di crescita del Maestrale è stato affrontato alla bersagliera. Nel recente passato c’è stata anche una joint venture con Frassinelli. Un progetto di coedizione che si è sviluppato a partire dall’interesse comune per Marcello Fois e Giorgio Todde e che ha contribuito a una diffusione più ampia del verbo pronunciato dall’editore nuorese. Ma da quando nel gennaio 2007 Il Maestrale si è affidato alla distribuzione Rizzoli la sua presenza nelle librerie della Penisola si è fatta definitivamente più capillare. E anche la gradevole veste grafica dei suoi volumetti fa la sua parte.