Fermi tutti: vi spieghiamo la manovra Melonian-Piddina per bloccare Marchini prima del ballottaggio

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Fermi tutti: vi spieghiamo la manovra Melonian-Piddina per bloccare Marchini prima del ballottaggio

31 Maggio 2016

Con ogni probabilità, dopo il disastro Marino, l’interregno Tronca e i rivolgimenti della campagna elettorale, per avere il nuovo sindaco di Roma si andrà al ballottaggio. Ballottaggio che secondo molti vede favorita la grillina Virginia Raggi. Ma chi sfiderà M5S se fosse questo lo scenario? A contendersi lo scettro ci sono Alfio Marchini, Giorgia Meloni e il piddino Giachetti.

La sicumera mostrata negli ultimi giorni da Meloni e dal suo sponsor Matteo Salvini sul fatto che Giorgia sia lì a un passo dal traguardo del ballottaggio fa il paio con l’altrettanto boriosa scommessa lanciata da Ignazio La Russa a Silvio Berlusconi: scommettiamo 150 mila euro che al ballottaggio ci va Meloni e non Marchini. Se vinci tu, dai i 150 mila in beneficenza. Se vinco io – dice quel volpone di La Russa – metà dei soldi li di diamo in beneficenza e l’altra metà ce li teniamo noi di Fratelli d’Italia per rimborsare la campagna elettorale.

Boutade a parte, la scommessa di La Russa fa capire però che “Sgarbatella Meloni” (come l’ha ribattezzata Storace) ha un problema grosso così: impedire in tutti i modi che a Roma si diffonda la percezione che Marchini al ballottaggio delle elezioni comunali ci arriverà, come sta già avvenendo soprattutto dopo che il candidato è uscito rafforzato nel suo progetto civico e alternativo ai partiti tradizionali anche grazie all’appoggio dato da Forza Italia. Infatti le ultime rilevazioni ufficiali e credibili davano i tre (Marchini, Meloni e Giachetti) a poca distanza.

Ed ecco perché è scattata l’operazione “Marchini non ce la fa”, “Marchini non arriva al ballottaggio”, e state certi che questo ritornello lo sentiremo ripetere spesso in questi ultimi giorni di campagna elettorale. C’è da scommetterci, appunto. Se la manovra “Marchini non arriva al ballottaggio” non riuscisse, del resto, e i romani si convincessero definitivamente che Alfio “gliela fa” eccome, quest’ultimo continuerebbe ad acchiappare voti da tutte le parti.

I voti dei moderati che Meloni guarda col binocolo, per esempio. Motivo per cui la trovata “Marchini fuori gioco” non dispiace affatto neppure al Pd: al Nazareno sanno bene che se al ballottaggio con Giachetti ci arrivasse Giorgia per i democrats sarebbe molto più semplice disfarsi della rivale evocando chissà quale totalitario passato e xenofobico presente, mentre invece, se ci arriva Marchini, il Pd si troverà davanti un competitore in grado di erodere qualsiasi elettorato, a 360 gradi.

Dunque una convergenza obiettiva, quella tra Meloni e Giachetti. La paura fa novanta e noi in questo momento ci limitiamo a ritwittare un gustoso cinguettio di Francesco Storace, che ieri scriveva: “#restitranoi. Si sussurra che dai numeretti Marchini stia avanti alla Meloni e a un passo da Giachetti. Riservato”.