Fermo, Giovanardi: in Parlamento rispuntando metodi fascisti. Solidarietà al senatore da esponenti comunità nigeriana

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Fermo, Giovanardi: in Parlamento rispuntando metodi fascisti. Solidarietà al senatore da esponenti comunità nigeriana

08 Luglio 2016

“L’ultimo episodio relativo a un parlamentare a cui e’ stato impedito di parlare in Aula risale al 1925 quando i pochi oppositori del fascismo venivano subissati di insulti e minacce e gli veniva tolta la parola. Ho ricordato questa verità storica questa mattina in una trasmissione a La7 parlando della incredibile censura preventiva che ho subito ieri in Senato. Con mia grande sorpresa il sottosegretario Gennaro Migliore, che ieri in Aula rappresentava il Governo invece di deplorare l’accaduto, lo ha giustificato meritandosi la mia opinione, che ribadisco, di un suo atteggiamento fascista”, a dirlo Carlo Giovanardi, senatore di Idea. 

Intervenuto stamattina su Radio Cusano Campus, Giovanardi è tornato su quanto accaduto ieri in Senato: “E’ la prima volta nella storia repubblicana che viene fatta una censura preventiva a un senatore che ha il diritto di esprimere la sua opinione. La presidenza mi ha tolto la parola e mi hanno ricoperto di insulti, gridandomi verme e altre cose. All’ordine del giorno c’era la strage di Dakka, poi la presidente ha iniziato un giro di interventi per commentare la tragedia di Fermo. Secondo me mettere sullo stesso piano la morte di nove nostri connazionali con quello che e’ successo a Fermo non e’ una cosa giusta”.

“Io ho detto che se un pazzo uccide una persona, come accaduto a Fermo, e’ una cosa gravissima. Poi la presidente mi ha tolto la parola. C’e’ stata una indignazione preventiva. Io ho regolarizzato 700.000 extracomunitari, ieri ho avuto la solidarieta’ della comunita’ nigeriana, e voglio poter dire che in Italia non siamo tutti razzisti e non siamo tutti xenofobi. Mi e’ stato negato questo diritto. Sull’episodio di Fermo, poi, ci sono versioni totalmente contrastanti. A Roma qualche giorno fa un balordo ha fatto annegare un ragazzo di 18 anni. Perche’ non l’abbiamo commemorato?”.

“Se non canti nel coro con lo stesso tono del coro vieni linciato e offeso, come e’ accaduto a me ieri. Sono veramente preoccupato, perche’ la censura preventiva non si e’ mai vista. Mica siamo alla camera dei fasci e delle corporazioni. Dovevo usare la parola ‘razzista’? Quel balordo che ha ammazzato il ragazzo americano e’ xenofobo e ce l’ha con gli americani? I processi vanno fatti in tribunale, alla fine di un processo emerge la verita’. Che sia morta una persona l’ho definita una cosa gravissima. Sono stato linciato, viene linciato immediatamente chiunque si pone un problema”.

“Se il Presidente avesse garantito il mio diritto di parlare davanti ad una becera ed immotivata aggressione da parte dei senatori del Pd e del M5S avrei spiegato che ritenevo una cosa orribile che un balordo, un pazzo, un violento avesse ucciso un cittadino extracomunitario di colore, un mio fratello, ma che trovavo sgradevole il tentativo di mettere sullo stesso piano, la stessa mattina, senza che fosse all’ordine del giorno, il dibattito con il Ministro degli Esteri sui 9 italiani torturati e sgozzati a Dacca con un singolo episodio di follia”, aveva detto ieri Giovanardi, riferendosi alle proteste in Aula al Senato contro il suo intervento.

Proteste delle quali Giovanardi riporta il resoconto stenografico e nelle quali spiccano le parole (“sei verme”, “caccialo fuori”) rivolte al senatore Idea da alcuni esponenti del M5S. “In Aula – continua Giovanardi – è stato totalmente ignorato il diciottenne americano ammazzato a Roma da un altro balordo né tanti altri episodi che hanno coinvolto italiani o extracomunitari: respingo pertanto con forza e determinazione il tentativo di censura preventiva delle opinioni in Senato ed il maldestro tentativo di accumunare l’Italia aperta, generosa accogliente, attonita per il comportamento di qualche imbecille, con la sistematica eliminazione di persone parimenti innocenti che pagano soltanto il fatto di non essere in grado di citare il Corano”.

“E’ assurdo e ridicolo ritenere che il collega Giovanardi, da sempre in prima linea nel denunciare le violenze contro i cristiani nel mondo, possa avere anche solo pensato di esprimere qualcosa di diverso dalla più ferma condanna di un fatto che è ancora più preoccupante e paradossale, ovvero l’uccisione di un giovane cristiano sfuggito alla persecuzione nella sua terra, proprio nel momento in cui si credeva al sicuro in un Paese dove vige la libertà religiosa”, sottolinea il senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento ‘Idea’. 

“E’ molto grave – prosegue Quagliariello – il modo in cui è stato zittito appena ha aperto bocca per dire di voler capire cosa fosse successo, censurato preventivamente senza che potesse articolare il suo pensiero né esprimere il benché minimo concetto, privato della parola nel pieno di un dibattito parlamentare con l’accusa di non essersi ‘associato’ alle modalità espressive di chi aveva parlato prima di lui. E’ incredibile che nell’aula del Parlamento viga il divieto di esprimere un pensiero autonomo rispetto a quello al quale la presidenza impone di doversi ‘associare’, e che tale pensiero possa essere stigmatizzato senza neanche aver avuto la possibilità di esprimerlo”. 

“Se peraltro il diritto di parola del senatore Giovanardi fosse stato salvaguardato – conclude Quagliariello -, ci si sarebbe accorti che nessuna delle accuse rivolte nei suoi confronti aveva il minimo fondamento”.

“Carlo Giovanardi riceve la solidarietà di esponenti della comunità nigeriana, come il presidente del centro Namaste’, Edmund Nebo, che, dopo aver ricordato che il senatore ‘è sempre stato amico degli extracomunitari che vogliono integrarsi e dare un futuro alle loro famiglie in Italia’, stigmatizza ‘l’incredibile aggressione’ da lui subita oggi in Parlamento. Niente scuse né ripensamenti, invece, dalla presidente di turno, Linda Lanzillotta, che ha tranquillamente tollerato che in aula venisse fischiato e gli fosse impedito di parlare,” il commento della deputata Eugenia Roccella.