Fermo, Migrante ucciso. “IDEA”: Non criminalizzare comunità marchigiana per spot mediatico

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Fermo, Migrante ucciso. “IDEA”: Non criminalizzare comunità marchigiana per spot mediatico

Fermo, Migrante ucciso. “IDEA”: Non criminalizzare comunità marchigiana per spot mediatico

24 Luglio 2016

“Condivisione del dolore per la morte del giovane Emmanuel, ma no alle strumentalizzazioni ideologiche e alle forzature politiche”. E’ il messaggio lanciato oggi da Fermo nella conferenza stampa dei parlamentari del movimento ‘Idea‘ e di associazioni di immigrati.

“La partecipazione al dolore non è in discussione – ha esordito Vittoriano Solazzi, responsabile di ‘Idea’ nella regione Marche -. Ma ben altro è trasformare le Marche e Fermo nell’epicentro del razzismo mondiale. Estremizzare ideologicamente i rapporti tra una comunità e coloro che vengono da fuori può alimentare – questo sì – il germe di un razzismo di ritorno. È grave che rappresentanti delle istituzioni pensino che la demagogia possa risolvere i problemi di un Paese in difficoltà”.

Gaetano Quagliariello, presidente di ‘Idea’, ha ribadito “la solidarietà per chi ha perso la vita e la condanna di qualsiasi manifestazione razzista anche sotto forma di insulto”, per poi chiedere “che tutta la questione sia rimessa sul binario giusto perché la conoscenza dei fatti non consente a nessuno di criminalizzare una comunità”. Per Quagliariello “ha sbagliato il governo a fare di questa vicenda un simbolo, a venire qui per il comitato sull’ordine pubblico come se ci fosse un’emergenza sociale”.

Souad Sbai, presidente dell’associazione delle donne marocchine, ha evidenziato “da immigrata, italiana, integrata, il malessere diffuso per la situazione drammatica di una immigrazione incontrollata impossibile da fronteggiare con strutture non idonee, e per realtà come quella delle donne musulmane in Italia, spesso costrette a vivere in condizioni di isolamento e mancanza di diritti, senza che la sinistra se ne preoccupi. La strumentalizzazione della vicenda di Fermo da parte del governo è stata evidente quando nessuna autorità ha partecipato al funerale per i nove italiani sgozzati a Dacca“.

Edmundo Nabo, presidente del centro ‘Namastè‘, ha ricordato “il caso di una persona uccisa a Terni da un immigrato espulso dall’Italia perché pericoloso e poi rientrato sotto falso nome come rifugiato”, per segnalare “la reazione composta di una città nella quale avrebbe potuto succedere di tutto” e “la scarsa attenzione riservata a vicende di questo tipo” mentre “a Fermo è stata criminalizzata una intera comunità”.

Eugenia Roccella, parlamentare di ‘Idea’, ha rivendicato “le tante battaglie per i cristiani perseguitati” e dunque “la comprensione per il drammatico paradosso della morte di Emmanuel”, per poi attaccare duramente “il governo e le figure istituzionali che hanno strumentalizzato la vicenda intervenendo a gamba tesa per mascherare la totale assenza di politiche sull’immigrazione e anche l’incapacità di reagire di fronte al terrorismo e a fatti come quelli di Dacca“.

Il senatore Carlo Giovanardi ha concluso ricordando il dibattito in Senato sul caso di Fermo, “quando mi è stata tolta la parola perché mi ero permesso di dire che al di là della ovvia condanna per ogni razzismo e della solidarietà per quanto avvenuto, i fatti andavano approfonditi. Se mi si fosse lasciato parlare, avrei voluto dire che trovavo sgradevole (oggi direi che è diventato vergognoso) che si sovrapponessero vicende completamente diverse come quella di Fermo e quella di Dacca“.

(Nella foto, da sinistra, Vittoriano Solazzi, Gaetano Quagliariello, Souad Sbai, Edmundo Nabo, Eugenia Roccella, Carlo Giovanardi)