FI: possibilità di confronto solo sulla legge elettorale

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FI: possibilità di confronto solo sulla legge elettorale

05 Ottobre 2007

Indetta una conferenza a Montecitorio dai vertici di Forza Italia per spiegare i motivi del no all’iter sulle riforme costituzionali.

E’ necessario, spiegano, distinguere le riforme costituzionali dal tema della legge elettorale, in quanto FI si mostra disponibile ad un confronto per modificare il premio di maggioranza da regionale a nazionale e alzare lo sbarramento.

Sul voto di ieri in Commissione gli esponenti azzurri, però, sono categorici. Il capogruppo azzurro Elio Vito spiega: “Si tratta di un pretesto per far durare il governo almeno tre anni. Si assumano altri l’onere di portare avanti questo strano cammino riformatore di un governo in agonia che prospetta soluzioni demagogiche e strumentali. Se vogliamo davvero ridurre i deputati dobbiamo ridurli almeno della meta’”.

Ancora piu’ dure le affermazioni del coordinatore Sandro Bondi: “Siamo di fronte ad un attacco deliberato e disonesto alla nostra forza politica; e’ un attacco senza precedenti di mezzi di comunicazione che hanno deciso di cavalcare l’antipolitica montante nel Paese, inneggiare in maniera acritica alla nascita del Pd ed indebolire Forza Italia. Qui si cercano – continua Bondi – di truccare le carte per allontanare il giudizio degli elettori e cercare di durare piu’ a lungo possibile, costi quel che costi con il rischio di affondare il Paese in una crisi dagli effetti imprevedibili”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti: “Non siamo disponibili a far durare Prodi. Ci dispiace con franchezza che qualche alleato questo non lo abbia capito. Riteniamo inoltre stucchevole la reazione di Veltroni”.

Il vicecoordinatore di Fi Fabrizio Cicchitto, invece, è entrato nel merito della questione: “Non accettiamo lezioni, qui parliamo di acqua fresca: non si tocca il titolo V e si parla di cambiare le prerogative dei senatori ben sapendo che al Senato questa riforma non passa. Contestiamo questa riforma per ragioni politiche ma anche nel merito. La questione della riduzione dei parlamentari poi c’entra come i cavoli a merenda”