Fiat, 20 miliardi per Chrysler. Sindacati Usa: “Saremo flessibili”

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Fiat, 20 miliardi per Chrysler. Sindacati Usa: “Saremo flessibili”

25 Maggio 2013

20 miliardi di dollari. Tanto vale secondo il Wall Street Journal l’operazione con cui l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, si prepara a compiere per la fusione definitiva con Chrysler. Operazione propedeutica per il lancio del marchio a Wall Street. 23 miliardi era costato l’ingresso di Fiat nella compagnia americana. Cauti i sindacati americani con Bob King, il leader della Uaw, il potente sindacato dell’auto, che non si sbilancia davanti ai piani di Marchionne. "Flessibili e realistici, ma non faremo regali a Marchionne", spiega King, che comunque sembra lontano anni luce dai nostri sindacalisti. Il fondo Uaw detiene il 41 per cento delle azioni Chrysler. I mercati e gli analisti guardano positivamente alla fusione, anche se resta aperto il problema della ripartizione dei debiti e la scelta tra avere una sede sola o più poli concentrati nel mondo, come ci hanno spiegato gli eredi Agnelli. La mossa di Marchionne renderebbe Chrysler una "publicly traded company" e nella visione dell’ad di Fiat è l’unica soluzione per far sopravvivere i due marchi in un mercato globale destinato ad essere egemonizzato da cinque o sei grandi costruttori. La fusione permetterebbe di realizzare investimenti larga scala alla produzione di nuove linee di veicoli. Per quanto riguarda il problema della sede, Marchionne ha detto uno spostamento negli Usa "non è all’ordine del giorno". Ma viene da chiedersi se non sarebbe utile, completata l’operazione,  avere una nuova sede operativa a New York e vicina a Wall Street. Marchionne ha salvato Chrysler dalla bancarotta nel 2009 e adesso punta a sfruttare il trend positivo della economoia americana. Se è vero che ormai Fiat è in mezzo mondo, Europa, Latino America, Asia, il cuore dell’economia globale sono gli Stati Uniti. E il New York Stock Exchange.