Fiat. Gabetti: “Marchionne ed Elkann non hanno bisogno di consigli”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Fiat. Gabetti: “Marchionne ed Elkann non hanno bisogno di consigli”

22 Aprile 2010

Marchionne ed Elkann “non hanno bisogno di consigli, sanno che l’industria globale deve adattarsi ogni giorno al mutamento, senza soste. Una lezione che l’Avvocato ripeteva a John, e lui l’ha imparata davvero bene”. In una intervista al Sole 24 Ore, Gianluigi Gabetti commenta il passaggio di consegne tra Luca Cordero di Montezemolo e l’erede Agnelli e la presentazione del nuovo piano per il Lingotto.

Fu l’Avvocato, ricorda, “a plasmare Jaki”: due “temperamenti diversi”, ma lo stesso “dna sul lavoro”. Dopo “la morte di Umberto – aggiunge ripercorrendo la storia del gruppo – Montezemolo ha garantito la transizione, Marchionne ha aggredito il mercato e Jaki ha garantito la continuità familiare”.

E oggi, al centro della nuova Fiat ‘globale’ ci sarà “l’idea che la finanza serve a produrre industria e lavoro. Le ristrutturazioni in corso in Italia e nel mondo rispondono a questo criterio”. Certo, modificare la base industriale non sarà semplice, “ma il sindacato deve comprendere – e io spero davvero che lo faccia in tempi di radicale trasformazione economica e sociale – che il nuovo offre sviluppo”. Il gruppo spera “che un’atmosfera sociale di collaborazione porti a inquadrare i necessari sacrifici locali della delocalizzazione con le opportunità di crescita e riorganizzazione anche da noi. Spero che il sindacato collabori in tal senso”.