Fiat. Marchionne: “Adesso non possiamo sbagliare”

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Fiat. Marchionne: “Adesso non possiamo sbagliare”

01 Maggio 2009

"Ci abbiamo lavorato giorno e notte, ho sputato sangue". All’indomani della firma dell’accordo con Chrysler, Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, in un’intervista al direttore de La Stampa mostra soddisfazione: "Adesso non possiamo sbagliare, siamo sotto la lente del mondo intero".

La crisi americana ha aperto opportunità favorevoli, "ma le abbiamo potute cogliere perché avevamo le idee chiare, un progetto valido in testa". La partita non è ancora finita: "Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali". E sulle preoccupazioni italiane di un disimpegno nel nostro paese sintetizza così: "Non sono diventato Marchionne l’Americano".

L’ad del gruppo torinese spiega: "Da quando un mese fa Obama ha parlato della Fiat ha scommesso su di noi, da quel momento su di noi si sono concentrate una pressione e una responsabilità fortissime, ci è richiesto un impegno straordinario. L’obiettivo è rafforzare la Fiat e dare la possibilità a Chrysler di risanarsi". Secondo Marchionne, il presidente americano in questi cento giorni "ha mostrato una straordinaria capacità di visione, una chiarezza di idee e obiettivi" che lo hanno impressionato, e "non si è fatto bloccare da pregiudizi o convenienze politiche".

Sulle preoccupazioni che l’ingresso in America possa significare un disimpegno Fiat nel nostro Paese, Marchionne chiarisce: "Non ho mai abbandonato nemmeno per un secondo l’impegno verso il sistema italiano, ma insieme ai sindacati e al governo dobbiamo essere capaci di affrontare i problemi strutturali in modo responsabile, tenendo fede a tutti gli impegni con i dipendenti. Però non possiamo non guardare ad una domanda che è calata". E cita l’esempio Obama: rafforzare l’industria del Paese ma riconoscendo la realtà delle cose.