Fiat. Marchionne e Nardelli ottengono il via libera del Tesoro americano

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Fiat. Marchionne e Nardelli ottengono il via libera del Tesoro americano

02 Aprile 2009

Una fitta serie di incontri protrattasi per tutta la giornata. L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, e il numero uno di Chrysler, Robert Nardelli, hanno lasciato la sede del Tesoro americano a Washington solo nel tardo pomeriggio di mercoledì. Al centro dei colloqui l’alleanza fra le due società, ritenuta dall’amministrazione americana l’unica strada per la sopravvivenza di Chrysler.

La più piccola delle tre sorelle di Detroit "non dovrebbe", ha detto Marchionne a Bloomberg Television, far ricorso alla bancarotta. "Ritengo che dobbiamo lasciare tutte le opzioni sul tavolo, ma mi auguro che riusciremo a raggiungere una conclusione che il presidente e il Tesoro trovino appropriata" ha dichiarato, sempre a Bloomberg, Nardelli non escludendo così la possibilità di un ricorso alla bancarotta.

Dal governo americano è giunto un "voto di fiducia" all’alleanza fra Chrysler e il Lingotto, sottolinea il vice presidente di Chrysler Jim Press commentando i dati sulle vendite in marzo di Chrysler, scese del 39%, ma tornate per la prima volta dal settembre 2008 sopra quota 100.000 unità. E questo "è incoraggiante. È ancora presto per dire – aggiunge Press – se si tratta di un trend ma la primavera sembra mostrare segnali di speranza".

I nodi da sciogliere per arrivare a una conclusione positiva dell’alleanza entro il 30 aprile sono molti: dal raggiungimento di un accordo con i sindacati alla riduzione del debito della più piccola delle tre sorelle di Detroit, "un’icona americana" il cui rilancio il presidente americano lo affida a Marchionne: per l’ad della casa torinese questa sfida "è un importante riconoscimento delle sue capacità, qualunque sia la conclusione" della vicenda, scrive Automotive News, ricordando che Marchionne è già riuscito a portare a termine la "mission impossible di risollevare una Fiat vicina al collasso. Risollevare Chrysler sembra un’altra impresa impossibile, ma è una sfida in cui Marchionne può riuscire. O almeno – aggiunge il quotidiano – è quanto il presidente Obama si aspetta. Fra le questione da risolvere c’è l’attuale proprietà di Chrysler.

Nel piano dell’amministrazione è prevista una riduzione della quota di Cerberus, attualmente pari all’80%. Il restante 20% fa capo a Daimler che, già da diverso tempo, ha manifestato la propria volontà di disfarsene. I vertici di Cerberus la scorsa settimana hanno incontrato la task force designata dall’amministrazione per supervisionare la ristrutturazione di Detroit: oltre a discutere sulla quota di Cerberus in Chrysler, le trattative avrebbero anche riguardato – secondo indiscrezioni – anche l’interesse di Cerberus per una fusione fra Chrysler Financial e Gmac, di cui Cerberus controlla il 51%. Il restante 49% fa capo a General Motors.

Proprio Chrysler Financial ha avuto ieri incontri al Tesoro per discutere un’estensione dei fondi concessi e provenienti dal Tarp (Troubled Asset Relief Program). In gennaio il Tesoro ha concesso alla divisione finanizaria di Chrysler 1,5 miliardi di dollari a sostegno delle vendite: secondo quanto dichiarato da Press nelle casse di Chrysler Financial ci sarebbero ancora risorse Taro disponibili. Lo scorso mese, comunque, la società ha richiesto ulteriori fondi al Tesoro.