Fiat. Marchionne ribadisce la linea dura: “Senza incentivi si va in Cig”
28 Gennaio 2010
di redazione
"Non c’è niente che non sia stato già annunciato con largo anticipo, quando abbiamo ripetuto che senza gli incentivi ci sarebbero state conseguenze sulle fabbriche". Lo afferma l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne parlando al quotidiano La Repubblica, in risposta alle ventilate accuse di un ricatto al governo con l’annuncio della Cig.
Il responsabile del Lingotto ha assicurato che la Fiat non cerca lo scontro col governo e con il sindacato: "Non c’è niente che non sia stato già annunciato con largo anticipo, quando abbiamo ripetuto che senza gli incentivi ci sarebbero state conseguenze sulle fabbriche", precisa. Marchionne ribadisce la linea dura sulla chiusura di termini Imerese e anche su Pomigliano d’Arco, scrive il quotidiano, non sembra disposto a concessioni: "Ho portato via la produzione della Panda a un impianto come quello di Tichy, in Polonia, che ha vinto il World class manifacturing per l’alta qualità dei processi produttivi, ma non intendo essere costretto a passare i miei fine settimana in trattative snervanti per un sabato lavorativo in più o per qualche altra forma di flessibilità".
Poi l’ad della Fiat ribadisce che la società "non pensa di utilizzare lo stabilimento siciliano di Termini Imerese per nessuno dei suoi business". E poi aggiunge: "Non è mai successo che qualcuno abbia annunciato la chiusura di un impianto con 30 mesi di anticipo", commentando che "se dovessi pagare tutti i dipendenti fino alla pensione a produzione zero ci guadagnerei".