Fiat, sciopero e sit-in a Termini Imerese

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Fiat, sciopero e sit-in a Termini Imerese

03 Febbraio 2010

E’ iniziato alle 10 e proseguirà fino alle 14 di oggi lo sciopero di 4 ore alla Fiat di Termini Imerese (Palermo) per protestare contro il piano industriale del Lingotto che ha annunciato la chiusura dello stabilimento siciliano entro il 2011.

Nuova protesta dalle 18 alle 22. Sempre oggi si terrà un sit-in davanti ai cancelli dello stabilimento di Termini Imerese a cui parteciperanno i dirigenti sindacali, tra cui Gianni Rinandini leader della Fiom Cgil secondo cui "lo sciopero di oggi di tutto il comparto ha proprio il significato di partire dal rifiuto della chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, e di un problema più generale del risanamento del gruppo del Lingotto. Noi abbiamo espresso un giudizio non positivo sul piano industriale e la situazione più critica rimane quella in Sicilia, che è diventata il nodo prioritario". "Quando Marchionne sostiene che in Europa c’è una sovra capacità produttiva – ha aggiunto Rinaldini – in realtà in Italia non esiste e la dimostrazione sta nel fatto che importiamo oltre un milione d’auto ogni anno a differenza di altri Paesi come la Germania,Francia e Spagna", e ha avvertito: "La Fiat e il governo devono sapere che a Termini Imerese si deve continuare a produrre auto. Su questa strada lo scontro diventerà pesante e faremo di tutto per evitare la chiusura dello stabilimento e dell’indotto siciliano".

Rinaldini ha attaccato l’azienda perché, ha detto, "la Fiat sta facendo ulteriori provocazioni ogni giorno e le dichiarazioni di Marchionne sono ogni giorno più arroganti e credo che bisogna smettere. Marchionne -ha sottolineato il segretario della Fiom- ha cambiato spesso idea in questi anni proprio sul futuro di Termini Imerese. Oggi dice che in Sicilia non si possono più produrre auto eppure negli anni precedenti prima aveva presentato un piano per il raddoppio della capacità produttiva, poi l’ha ridimensionato rispetto al primo e adesso prospetta la chiusura. Quella di chiudere lo stabilimento non è una strada semplice per nessuno perché noi, i sindacati unitariamente, faremo tutto per evitare la desertificazione industriale di un’area come quella di Termini Imerese. Adotteremo tutte le forme di lotta per evitare questo rischio".